«Tutti hanno diritto al lavoro e al reinserimento sociale: occorre formare adeguatamente anche i datori di lavoro affinché l’occupazione diventi sempre più sostenibile e funzionale alla crescita professionale della persona. La politica attiva passa anche per questo, con il sostegno alle imprese e un lavoro sulla mentalità comune.»
Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Ada Lai, che questa mattina è intervenuta al convegno della Commissione Regionale per le Pari Opportunità nel quale sono stati presentati i risultati di un progetto di alfabetizzazione informatica rivolto alle detenute del carcere di Uta.
Il progetto, avviato a dicembre 2022, si è sviluppato nell’arco di sei mesi ed ha coinvolto un gruppo di detenute della Casa Circondariale di Uta a cui sono stati impartiti i rudimenti per l’uso dei sistemi informatici grazie all’ausilio del dello Studio L&P (Learning & Progress) che ne ha curato i contenuti e la formazione.
Il corso ha riscontrato un buon livello di gradimento con le donne, che hanno costruito un buon rapporto con i docenti e riconosciuto l’importanza di questo progetto per la loro vita professionale futura.
Obiettivo principale del corso è stato, infatti,quello di dare alle allieve, una volta scontata la pena, la possibilità di inserirsi nuovamente nella società con conoscenze di base degli strumenti informatici, oggi parte integrante e imprescindibile del mondo del lavoro, ma anche della vita quotidiana. Inoltre, si è anche voluto trasmettere l’interesse per lo studio come strumento per la propria emancipazione personale.
Un investimento sul quale la Commissione Regionale per le Pari opportunità ha creduto fin da quando, dopo una serie di incontri avvenuti all’interno della Casa circondariale di Uta con il direttore Marco Porcu e il funzionario giuridico-pedagogico Giuseppina Pani, responsabile dell’Area educativa – oggi presenti alla conferenza stampa – ha compreso la condizione di disparità che le donne vivono rispetto agli uomini persino dietro le mura carcerarie.