È lo studio realizzato sulla possibilità di sintesi di “Bimo”, condotto Andrea Urru (laurea a Cagliari e dottorato alla Sissa di Trieste, ora postdoc a Zurigo), Francesco Ricci (laurea e dottorato a Cagliari, ora postdoc in Belgio) Alessio Filippetti (laurea a Roma Sapienza e dottorato a Cagliari, ora professore associato al Dipartimento di Fisica UniCA), Jorge Iniguez (senior scientist del Luxembourg Institute of Technology e recente visiting professor UniCA), Vincenzo Fiorentini, professore associato al Dipartimento di Fisica UniCA ed attualmente addetto scientifico presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino), ad essere stato pubblicato su Nature Communications. A guidare i ricercatori il professor Vincenzo Fiorentini.
«Si tratta – spiegano gli studiosi – di un metallo multiferroico con ordine multiplo ferromagnetico, ferroelettrico, e ferrotoroidale. Per capirne la natura, possiamo approssimativamente immaginarlo come una calamita che generi anche una tensione ai suoi estremi (un po’ come una batteria o un accendino piezoelettrico), e con in aggiunta un ordine interno direzionale (toroidico) che produce effetti ottici non lineari come la bifrangenza multidirezionale (come i cristalli liquidi).»
«Si tratta – spiegano gli studiosi – di un metallo multiferroico con ordine multiplo ferromagnetico, ferroelettrico, e ferrotoroidale. Per capirne la natura, possiamo approssimativamente immaginarlo come una calamita che generi anche una tensione ai suoi estremi (un po’ come una batteria o un accendino piezoelettrico), e con in aggiunta un ordine interno direzionale (toroidico) che produce effetti ottici non lineari come la bifrangenza multidirezionale (come i cristalli liquidi).»
Antonio Caria