«Pur comprendendone le finalità di tutela delle specie quale atto dovuto per la dirigenza dell’Amp – sostengono -, la chiusura metterebbe in difficoltà tutte quelle attività appositamente autorizzate che da quelle acque, facilmente raggiungibili e navigabili in sicurezza anche durante il periodo invernale, traggono sostentamento in quel periodo, nel quale, diversamente, rimarrebbero senza reddito alcuno».
Hanno pertanto ribadito che la chiusura debba necessariamente passare attraverso una compensazione per il mancato reddito.
Da canto loro, i rappresentanti istituzionali, hanno tutti convenuto sul fatto che un passo indietro rispetto alla chiusura invernale della pesca nell’area marina protetta non sia possibile o, comunque, di difficilissima attuazione dovendo esser sottoposta al vaglio del Ministero.
Assessori e consiglieri si son resi sin da subito disponibili ad andare alla ricerca di risorse economiche che potrebbero fungere da compensazione.
A tal proposito nei prossimi giorni potrebbe arrivare un incontro con l’assessora regionale della Pesca, Gabriella Murgia, a cui sarà sottoposta la problematica, e sono in corso ulteriori interlocuzioni anche con i vertici tecnici ministeriali.
«Stiamo facendo tutti gli sforzi possibili per stare vicino alla categoria e questo potrebbe essere un ottimo inizio che ci darebbe il tempo di trovare soluzioni di più ampio respiro, auspichiamo che alla proposta segua un favorevole accoglimento della categoria», hanno ribadito i rappresentanti istituzionali presenti all’incontro.