Quasi tre ore di confronto, nel corso del quale sono emerse criticità e proposte per sostenere e rilanciare l’artigianato artistico sardo e, alla fine, l’impegno a rivedersi, a metà dicembre, per proseguire il dialogo fruttuoso avviato tra associazioni e artigiani e con le istituzioni regionali. Il convegno di ieri (sabato 16 settembre) a Mogoro, ha coinvolto le principali associazioni del settore che si sono confrontate con l’assessore regionale del Turismo e Artigianato, Gianni Chessa. I lavori – moderati da Giorgio Pellegrini, scrittore e docente di Storia dell’architettura e dell’arte contemporanea alla facoltà di Architettura dell’Università di Cagliari – sono stati aperti dai saluti del padrone di casa, il sindaco di Mogoro, Donato Cau.
Nell’introduzione, Marina Manconi, dell’EBAS (Ente Bilaterale Artigianato Sardegna) ha spiegato che «l’incontro è frutto di un dialogo avviato da tempo con l’amministrazione comunale di Mogoro, e in particolare con l’assessore Francesco Serrenti. Insieme abbiamo condiviso la necessità di lavorare per creare dinamiche di rete e animazione tra gli artigiani. Partendo da Mogoro – ha aggiunto Marina Manconi – e dal comparto dell’artigianato artistico che rappresenta circa il 19% delle imprese e il 20% circa dei lavoratori di tutto il comparto artigiano, nel quale troviamo anche quelle aziende che si occupano di “tipico-tradizionale”, che in Sardegna, pur avendo numeri meno significativi, realizzano prodotti ad alto contenuto identitario e rappresentano l’immagine e le tradizioni culturali della nostra Isola». Per la referente dell’EBAS, è necessario «stimolare dei processi di ascolto attivo che possano supportare le aziende del settore nell’individuare nuovi processi di crescita e di sviluppo o anche per analizzare le criticità legate, ad esempio, all’individuazione di nuovi segmenti di mercato o l’assenza di un ricambio generazionale».
Anche l’assessore delle Attività produttive del Comune, Francesco Serrenti, introducendo i lavori ha parlato di «un mondo, quello dell’artigianato, che presenta molte criticità ma che ha anche enormi potenzialità non sfruttate appieno e non valorizzate nel modo corretto dalla politica. Come abbiamo cercato di fare con la nostra Fiera in questi anni, abbiamo bisogno di rinnovarci, di modernizzare il nostro settore per rispondere alla sfida – che riguarda anche noi – della globalizzazione, di un mercato che supera i confini regionali, nazionali, persino europei. Dobbiamo puntare sulla nostra tradizione, sulla qualità delle nostre materie e delle nostre produzioni, fare sistema».
«E’ dei giorni scorsi la notizia che l’Unione europea sta lavorando ad un Registro delle produzioni artigianali a indicazione geografica, come già da tempo avviene per l’agroalimentare: sarebbe una tutela importante per l’artigianato – ha detto ancora Francesco Serrenti -, un riconoscimento per l’origine geografica, un vero certificato di qualità per i nostri prodotti, che non vedrà la luce in tempi brevi, ma sul quale dobbiamo cominciare a ragionare e confrontarci, se non vogliamo trovarci con un disciplinare calato dall’alto e impostato su alcune note produzioni del Nord Italia.»
Confrontandosi con l’assessore Gianni Chessa, i rappresentanti delle associazioni e alcuni artigiani tra i presenti (arrivati anche dalla Gallura e dall’Ogliastra) hanno chiesto maggiore attenzione per un settore che resiste nonostante tutto. «Rappresentiamo un comparto – ha detto Francesco Porcu della CNA – che rappresenta la memoria storica della nostra regione, in termini di tradizione e identità. Rischiamo che un sapere centenario sparisca, vada verso l’estinzione, e per responsabilità di tutti. Occorre creare strumenti di supporto e consolidamento per sostenere le nostre imprese e far sì che la tradizione possa vivere, all’insegna dell’arte e della qualità delle produzioni.»
Daniele Serra, di Confartigianato Imprese, ha puntato in particolare sulla necessità di una classificazione delle diverse produzioni artigianali: «Serve – ha detto – una mappatura di cosa è e cosa non è artigianato artistico e una legge quadro di riferimento, che manca. Formazione, supporto nella promozione, punti vendita che valorizzino le produzioni: sono alcune delle richieste emerse dagli interventi degli artigiani, ai quali l’assessore Gianni Chessa ha ricordato che, negli ultimi tre anni, per sostenere il settore sono stati stanziati 71 milioni, “per il 40% a fondo perduto, a fronte dei 5 milioni destinati al mondo dell’artigianato da chi ci ha preceduto. Anche per la promozione, il mio assessorato ha messo a correre 60 milioni di euro e finanziato oltre 200 eventi finora».
Gianni Chessa ha concordato sull’importanza di «vetrine dedicate all’artigianato artistico, come la Fiera di Mogoro, ormai fiera della Sardegna, e spazi adeguati, come erano quelli dell’ISOLA. Stiamo lavorando – ha annunciato – per aprirne uno a Cagliari, nel quartiere Castello, a disposizione dei turisti h24. Sappiamo che ancora tanto si può fare, sono pronto a mettere altre risorse nella prossima manovra finanziaria, presentatemi proposte e progetti utili al comparto».
«Perché questo incontro, sicuramente utile e ricco di spunti, non rappresenti un episodio isolato, fissiamo già da oggi un prossimo appuntamento, tra due mesi qui, anche con l’assessore Gianni Chessa – ha detto Francesco Serrenti, chiudendo i lavori -. Da questo confronto ne scaturiscano tanti altri, in un dialogo tra associazioni, amministrazioni pubbliche, operatori, che hanno davvero a cuore il rilancio di un settore che tanto può dare alla Sardegna.»