«La speranza è che i deputati ed i senatori della Sardegna, nuovi e riconfermati, possano tenere sempre ben presente le richieste delle imprese, dei lavoratori e dei territori. Alle elette e agli eletti va il nostro augurio ed il nostro in bocca al lupo per il lavoro da svolgere nel prossimo quinquennio, che possa ripartire da un tessuto imprenditoriale, quello delle piccole e medie realtà, che rappresenta il 99,4% del sistema economico e che dà lavoro al 65,3% degli occupati. In tutto questo è imprescindibile affrontare immediatamente la crisi energetica che rischia di cancellare gran parte delle attività produttive.»
E’ il primo commento di Maria Amelia Lai e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, al risultato delle elezioni politiche.
«Nei prossimi giorni – aggiungono Maria Amelia Lai e Daniele Serra – cominceremo ad incontrare tutti i rappresentanti sardi al Parlamento che vorranno intraprendere con noi un dialogo collaborativo e di costruzione di un percorso che veda le attività produttive sempre al centro di ogni ragionamento di sviluppo in Italia e in Sardegna. Le aziende che rappresentiamo hanno bisogno di un forte interesse da parte dei parlamentari: questo lo vogliamo ribadire.»
Confartigianato Sardegna sottolinea che il nuovo Parlamento ed il futuro Governo dovranno affrontare subito l’uscita dalla pandemia e la crisi energetica con un potenziale negativo devastante.
«Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di attività – rimarcano la presidente ed il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – contro il caro energia sono impegnate oltre 25mila imprese artigiane, con i loro 73mila addetti, pari ad oltre il 24% degli occupati delle realtà del settore, che rischiano una pesantissima frenata produttiva se non una fermata definitiva. Da settembre 2021 a oggi queste hanno pagato per l’energia elettrica 425 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.»
Un impatto senza precedenti sulle piccole attività produttive isolane che rischia di ingigantirsi ulteriormente se nei prossimi mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno; i maggiori costi per i piccoli imprenditori, infatti, potrebbero salire nel 2022 fino a 850 milioni di euro in più rispetto al 2021.
Per Confartigianato Sardegna vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate dall’Esecutivo uscente: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione.
Gli artigiani sardi chiedono che il tema energia diventi priorità per il nuovo Governo e si aspettano la riforma della tassazione dell’energia che oggi incide per il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio “chi inquina paga”.
E la paura di un taglio all’erogazione dell’energia verso le imprese, è un dubbio che non lascia tranquilli i piccoli imprenditori.