Crescono le incertezze a tre mesi dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Timori che riguardano anche le imprese sarde. «Dopo tanti dibattiti e attese, la Brexit, in ogni caso, sarà realtà dal prossimo primo gennaio – hanno dichiarato il presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi e Daniele Serra – e quindi, dal 2021 cambieranno molte cose per chi esporta o opera in questa nazione.»
«Il rapporto commerciale tra Regno Unito e Italia, e quindi anche con la nostra Sardegna – hanno aggiunto Antonio Matzutzi e Daniele Serra – è stato sempre molto attivo, soprattutto per la qualità dei prodotti Made in Italy”. Dall’agroalimentare alla moda, dai prodotti in legno e metallo fino all’arredamento o ai prodotti del “sistema casa”, come per esempio piastrelle e rubinetteria solo per la Sardegna, questo tesoretto di scambio commerciale vale circa 90 milioni di euro. Questa cifra, fra qualche mese, sarà fortemente a rischio e siamo molto preoccupati.»
Due le preoccupazioni, a detta dell’Associazione artigiana: l’eventuale applicazione di IVA e dazi, e l’aumento della burocrazia.
«A fronte di questo, l’auspicio è che fino all’ultimo istante siano posti in campo tutti gli sforzi possibili per trovare un accordo che consenta una uscita ‘ordinata’ o comunque concordata – hanno rimarcato Antonio Matzutzi e Daniele Serra – lo scenario internazionale è in questo periodo così complesso che una ulteriore complicazione, proprio “sull’uscio di casa”, sarebbe deleteria per gli operatori economici, anche dal punto di vista psicologico.»
L’invito di Confartigianato Sardegna agli imprenditori sardi è quello di prepararsi al fatto che il Regno Unito possa diventare, a tutti gli effetti, un Paese terzo.
«Però il timore più grande è quello di tornare indietro di decenni – hanno concluso Antonio Matzutzi e Daniele Serra – passando da una situazione di libera circolazione di merci e lavoratori ad una frattura profonda, fatta di chiusura dei mercati e ripristino di dazi e tariffe, sia da una parte che dall’altra. Come Associazione siamo fiduciosi che l’Italia e l’Europa saranno in grado di trovare le modalità necessarie per gestire e minimizzare le ricadute di quanto si potrà verificare.»
«Il rapporto commerciale tra Regno Unito e Italia, e quindi anche con la nostra Sardegna – hanno aggiunto Antonio Matzutzi e Daniele Serra – è stato sempre molto attivo, soprattutto per la qualità dei prodotti Made in Italy”. Dall’agroalimentare alla moda, dai prodotti in legno e metallo fino all’arredamento o ai prodotti del “sistema casa”, come per esempio piastrelle e rubinetteria solo per la Sardegna, questo tesoretto di scambio commerciale vale circa 90 milioni di euro. Questa cifra, fra qualche mese, sarà fortemente a rischio e siamo molto preoccupati.»
Due le preoccupazioni, a detta dell’Associazione artigiana: l’eventuale applicazione di IVA e dazi, e l’aumento della burocrazia.
«A fronte di questo, l’auspicio è che fino all’ultimo istante siano posti in campo tutti gli sforzi possibili per trovare un accordo che consenta una uscita ‘ordinata’ o comunque concordata – hanno rimarcato Antonio Matzutzi e Daniele Serra – lo scenario internazionale è in questo periodo così complesso che una ulteriore complicazione, proprio “sull’uscio di casa”, sarebbe deleteria per gli operatori economici, anche dal punto di vista psicologico.»
L’invito di Confartigianato Sardegna agli imprenditori sardi è quello di prepararsi al fatto che il Regno Unito possa diventare, a tutti gli effetti, un Paese terzo.
«Però il timore più grande è quello di tornare indietro di decenni – hanno concluso Antonio Matzutzi e Daniele Serra – passando da una situazione di libera circolazione di merci e lavoratori ad una frattura profonda, fatta di chiusura dei mercati e ripristino di dazi e tariffe, sia da una parte che dall’altra. Come Associazione siamo fiduciosi che l’Italia e l’Europa saranno in grado di trovare le modalità necessarie per gestire e minimizzare le ricadute di quanto si potrà verificare.»
Antonio Caria