«L’esclusione dalle aree svantaggiate dei cosiddetti comuni “avvantaggiati”, così come intese dal Reg. (UE) n. 1305/2013, decisa a conclusione del “Processo di revisione delle zone svantaggiate”, costituisce un’ingiustizia consumata ai danni di quelle comunità rurali e agricole, e genera condizioni di concorrenza sleale per nulla sostenibile. Le aziende agricole sarde che ricadono nei territori esclusi subiranno un doppio danno: perderanno il diritto di accesso ai benefici istituiti per la compensazione degli svantaggi, e patiranno una penalizzazione del 30 per cento nell’accesso agli aiuti per gli investimenti.»
A sostenerlo è la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) Sardegna.
«Diversi comuni della Sardegna, riconosciuti per la loro tipica specificità rurale, per le loro agricolture, le loro produzioni di qualità che vanno dai carciofi, all’allevamento delle vacchette sarde, sono esclusi dai diritti e messi ai margini della competitività a causa di una decisione che è frutto di una distratta quanto superficiale valutazione delle condizioni generali delle specificità locali e del territorio regionale nel suo complesso. Cia Sardegna continua a sostenere che l’intero territorio sardo, per la condizione di insularità, sia da classificare area svantaggiata; tanto più oggi che la crisi dei vettori aerei e marittimi rendono evidenti i condizionamenti a cui è sottoposta la nostra isola, con conseguenze drammatiche sul piano economico e sociale.
Le decisioni assunte hanno sancito inclusioni e esclusioni, determinando nuovi e diversi conflitti tra imprese, tra comunità, che pur operando in aree territoriali omogenee e contigue beneficiano di attenzioni diverse. Concetti quali coesione sociale, parità nei diritti, pari opportunità economiche, lotta allo spopolamento, presidio dei territori e sviluppo economico vengono per l’ennesima volta bistrattati e messi in discussione da decisioni incomprensibili, assunte peraltro senza il necessario coinvolgimento delle comunità locali. Si alimentano inoltre tensioni sociali già pesantemente condizionate, in questo particolare momento storico, dagli effetti nefasti che il problema Coronavirus sta portando nella vita sociale e economica delle comunità sarde.»
La Cia Sardegna giudica negativa la scelta fatta e sollecita la Regione ad assumere tutte le decisioni tendenti al superamento delle disparità di trattamento riproponendo l’esigenza della classificazione di tutto il territorio regionale come svantaggiato.
Cia Sardegna chiede inoltre alla Giunta Solinas quale progetto di sviluppo economico stia sostenendo per tutelare l’economia sarda, nella quale il comparto primario, nell’interesse di tutta la collettività isolana, costituisce elemento fondamentale oltre che irrinunciabile.