In una lettera inviata alla presidente della Regione, Alessandra Todde, l’organizzazione agricola guidata da Battista Cualbu e Luca Saba chiede l’adozione di un Piano pluriennale che sia capace di rispondere alle emergenze partendo dalle fondamenta del cambiamento climatico in Sardegna per tradurre tutto in una programmazione di interventi strutturali, in grado di affrontare questi cambiamenti che stanno modificando il regime delle piogge e la disponibilità idrica nel territorio.
«La Sardegna è ormai una delle regioni simbolo del cambiamento climatico – sottolinea il presidente Battista Cualbu nella lettera – arriviamo da un anno particolarmente difficile con perdite economiche enormi legate al mancato reddito e all’aumento dei costi per la gestione delle colture e degli allevamenti, il tutto aggravato da problemi cronici come le perdite idriche nella rete di distribuzione (pari al 50% dell’acqua immessa nelle condotte), la mancata interconnessione tra gli invasi e l’obsolescenza delle infrastrutture esistenti – sottolinea Battista Cualbu – chiediamo alla Regione di intervenire con un Piano di azioni concrete per il presente e per il futuro delle nostre imprese e dell’intera isola contando che è essenziale che la Sardegna sia al centro di una strategia sulla gestione sostenibile dell’acqua. Apprendiamo comunque con soddisfazione che la politica, anche in ottica bipartisan, ha iniziato ad affrontare il problema anche se con evidente e forte ritardo rispetto alle nostre richieste che arrivarono ben prima dell’esplosione dell’emergenza della scorsa estate attraverso lettere, interlocuzioni e addirittura manifestazioni di protesta.»
Si chiede l’ammodernamento delle reti idriche, la costruzione di nuove dighe, l’interconnessione dei bacini esistenti e il miglioramento della gestione delle riserve strategiche.
«Le soluzioni emergenziali come l’utilizzo delle autobotti non possono essere la risposta a una crisi ormai cronica – aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba – gli interventi strutturali e una pianificazione pluriennale che garantisca un futuro sostenibile alle comunità e alle imprese del territorio devono basarsi su una visione d’insieme dei mutamenti climatici che sappia affrontare le emergenze, ma soprattutto pianificare interventi di lungo termine. Un piano regionale per la gestione idrica deve partire da un’analisi dettagliata del nuovo contesto climatico e puntare su obiettivi chiari come conservare e ottimizzare l’acqua disponibile, gestire le emergenze attraverso processi normati e programmare interventi strutturali pluriennali – conclude Luca Saba – solo così sarà possibile garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche della Sardegna, accedendo anche a risorse economiche statali e comunitarie per tutelare il nostro territorio e il suo sistema produttivo.»
Antonio Caria