«Assurdo e da rispedire immediatamente al mittente, attraverso una presa di posizione forte e collettiva guidata dalla Regione, la norma europea che rischia di “liberalizzare” e quindi di poter vedere nelle etichette di altri vini italiani il nome di alcuni vitigni tipici sardi, in primis il Cannonau, simbolo della nostra viticoltura, ma anche del Nuragus, Nasco, Semidano e Girò.»
Non usa giri di parole Coldiretti Sardegna che chiede unità. «Questa battaglia ci deve vedere tutti in prima linea ed uniti – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -, sarebbe una sconfitta non solo della viticoltura ma di tutta la Sardegna vedere i nomi dei nostri vitigni storici in etichette di vini non sardi. Ci appelliamo alla Regione affinché faccia tutti i passaggi formali del caso e batta i pugni nel tavolo in difesa della nostra distintività consapevole che non si troverà da sola che avrà il sostegno sicuramente di tutta la Coldiretti e siamo certi di tutto il popolo sardo.»
Una situazione che potrebbe mettere a rischio 7mila 411 ettari su 27mila 217 di vigento, di cui 4mila 875 si trovano nella vecchia provincia di Nuoro. Gli altri vitigni a rischio, sono il Nuragus di Cagliari (1.492 ettari coltivati Cagliari su un totale di 1.880 in tutta la Sardegna), il Nasco che conta 147 ettari (131 nella vecchia provincia di Cagliari), il Semidano (38 ettari dei quali 17 a Cagliari e 20 a Oristano) e il Girò (88 ettari 44 dei quali nella ex provincia di Sassari).
«È una norma che va bocciata e rispedita al mittente – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba – il vino e territorio ed è giusto che l’utilizzo dei nomi sia appropriato alla terra di provenienza storica.»
Antonio Caria
Non usa giri di parole Coldiretti Sardegna che chiede unità. «Questa battaglia ci deve vedere tutti in prima linea ed uniti – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -, sarebbe una sconfitta non solo della viticoltura ma di tutta la Sardegna vedere i nomi dei nostri vitigni storici in etichette di vini non sardi. Ci appelliamo alla Regione affinché faccia tutti i passaggi formali del caso e batta i pugni nel tavolo in difesa della nostra distintività consapevole che non si troverà da sola che avrà il sostegno sicuramente di tutta la Coldiretti e siamo certi di tutto il popolo sardo.»
Una situazione che potrebbe mettere a rischio 7mila 411 ettari su 27mila 217 di vigento, di cui 4mila 875 si trovano nella vecchia provincia di Nuoro. Gli altri vitigni a rischio, sono il Nuragus di Cagliari (1.492 ettari coltivati Cagliari su un totale di 1.880 in tutta la Sardegna), il Nasco che conta 147 ettari (131 nella vecchia provincia di Cagliari), il Semidano (38 ettari dei quali 17 a Cagliari e 20 a Oristano) e il Girò (88 ettari 44 dei quali nella ex provincia di Sassari).
«È una norma che va bocciata e rispedita al mittente – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Sardegna, Luca Saba – il vino e territorio ed è giusto che l’utilizzo dei nomi sia appropriato alla terra di provenienza storica.»
Antonio Caria