Negli ultimi anni, la Sardegna si è dimostrata parte integrante del rinnovato dinamismo che ha caratterizzato il Mezzogiorno: gli indicatori economici relativi al PIL, agli investimenti e all’occupazione hanno evidenziato segnali incoraggianti, a conferma dell’esistenza di un potenziale di sviluppo che deve essere sostenuto e valorizzato.
In tale contesto, la normativa Decontribuzione Sud si è rivelata uno strumento cruciale per il tessuto produttivo dell’Italia meridionale, impegnato a fronteggiare le sfide legate al PNRR, agli effetti delle crisi pandemiche, energetiche e belliche; e particolarmente significativo per le imprese sarde, già gravate da note diseconomie strutturali che ne ostacolano la competitività.
Confindustria Sardegna, in sinergia con Confindustria Nazionale, manifesta profonda preoccupazione per la cessazione della misura con la Legge di Bilancio e sottolinea l’urgenza di definire un nuovo intervento che ne preservi l’efficacia.
«La Sardegna, come il resto del Mezzogiorno, non può permettersi un vuoto di interventi a sostegno delle imprese e dell’occupazione – ha dichiarato il presidente di Confindustria Sardegna Maurizio De Pascale -. La Decontribuzione sud è sicuramente uno dei motivi che hanno consentito non solo la tenuta dell’occupazione in un momento drammatico come quello pandemico, ma anche il suo allargamento, facendo entrare forze giovani e soprattutto locali. Come Confindustria Sardegna chiediamo un’azione tempestiva per garantire la continuità del sostegno alle nostre imprese, indispensabile per mantenere competitività e tutelare il lavoro in un territorio che soffre di specificità geografiche e strutturali.»
Il nuovo Fondo istituito dalla normativa nazionale può rappresentare una base utile, grazie all’orizzonte temporale di cinque anni che favorisce pianificazioni di medio periodo. Tuttavia, è essenziale che la misura sia concepita per rispondere alle reali esigenze dei territori. Risulta quindi indispensabile un dialogo immediato con l’Unione Europea affinché il negoziato consenta l’entrata in vigore del nuovo intervento già dal 1° gennaio 2025, senza soluzione di continuità rispetto alla cessazione della normativa Decontribuzione Sud.
La Sardegna necessita di un impegno chiaro e mirato: occorre promuovere il rilancio delle filiere produttive, incentivare l’innovazione, rafforzare le esportazioni e trattenere i giovani e i talenti, in particolare nelle zone interne, per contrastare la grave crisi demografica che colpisce il territorio.
Tali interventi dovranno essere pienamente integrati nella strategia della ZES Unica, nelle misure previste dalla Transizione 5.0, nelle politiche di sostenibilità ambientale e nel mirato utilizzo delle risorse del PNRR, oltre che nella programmazione europea di competenza regionale, con particolare attenzione al comparto industriale e manifatturiero su cui la nostra regione sconta un gap competitività importante, connesso anche ai vincoli di insularità.