Una forza che cresce e che deve far sentire la sua voce, anche nella fase di progettazione delle risorse previste dal Pnrr. Cresce il valore e il lavoro delle cooperative sociali ma la programmazione con la regione va ancora troppo a rilento ed è necessario sfruttare l’occasione del Pnrr. Occasione per fare il punto sullo stato delle coop sociali della Sardegna il convegno sui trent’anni della legge che istituisce questo tipo di attività. Un universo che ha un valore della produzione pari a 372 milioni di euro con una crescita negli ultimi dieci anni del 42 per cento.
In Sardegna, tra Agci, Legacoop e Confocooperative sono presenti 1.062 coop sociali, di queste 472 di tipo A, 579 di tipo B e 11 consorzi cooperative. L’età media delle coop sociali è di 20 anni. Negli ultimi dieci anni i posti di lavoro delle cooperative sociali sono cresciuti di 5 mila unità (nello scenario nazionale la crescita per lo stesso periodo è stata di 50mila unità). I cooperatori sociali, nel sistema regionale sono 9mila e l’intero sistema vede 212mila assistiti dalle cooperative sociali nell’area socio sanitaria.
Settore in continua crescita che, come ha sottolineato Andrea Pianu, responsabile Legacoop sociali, «deve fare i conti con gare al ribasso». «Gare che hanno creato e ancora creano spazi per realtà che non sempre garantiscono la qualità dei servizi e sopratutto il riconoscimento del buon lavoro degli stessi operatori». Antonello Pili di Federsolidarietà ha rimarcato il fatto che il mondo delle cooperative sociali devono essere protagoniste di «una rinascita delle cooperative sociali. È necessario creare rete tra noi»
Francesca Piras, direttore generale delle politiche sociali della Regione ha rimarcato quanto sia importante e trainante il settore per l’economia. Poi la testimonianza di Padre Salvatore Morittu che ha parlato dell’importanza della cooperazione sociale, del ruolo svolto nel settore del sociale. Dalla lotta alla tossicodipendenza al contrasto dell’emarginazione. Gavino Soggia, vice presidente di Confcooperative ha posto l’attenzione sulle criticità del settore e sui ribassi. E il saluto dell’assessora al Lavoro Alessandra Zedda A parlare di welfare di prossimità, sostenibilità e ruolo svolto dalle cooperative sociali è stata la deputata Romina Mura: «Andremo incontro a un sistema che dovrà garantire sostenibilità economica ma non potrà prescindere dalla sostenibilità sociale».
Claudio Atzori, presidente regionale di Legacoop ha posto l’accento sul fatto che alle Cooperative sociali «deve essere dato il ruolo che merita». «Ci chiamano cooperazione sociale perché abbiamo un interesse che spero possa essere quello delle istituzioni. L’autoreferenzialità istituzionale non ha senso nella storia di oggi». Non solo: «Nelle risorse del Pnrr si tende a non capire quale è la destinazione delle risorse del Pnrr e quale sarà l’utilizzo – ha detto Claudio Atzori -. Bisogna ricordare le carte dell’Ue che sostengono come quelle risorse vanno spese seguendo la progettazione che deve vedere il mondo profit, no profit e le istituzioni”. Ricordando poi il peso della cooperazione nello scenario economico, il presidente di Legacoop Sardegna ha rimarcato il fatto che «il pezzo della cooperazione è il più importante e il pezzo del terzo settore deve sedersi al tavolo di progettazione delle risorse del Pnrr». Dal leader di Legacoop un attacco all’assessore alla sanità che «in tre anni non si è visto alle nostre iniziative non ci ha mai incontrato». Poi la programmazione per il mondo cooperativo: «Quello che riusciamo a fare da qui al 2023 ci varrà per i prossimi vent’anni». Poi la chiusura di Stefano Granata, presidente nazionale di Confcooperative: «Per la regione Sardegna la cooperazione sociale è un traino di tutto il settore economico». E poi l’aspetto sociale: della cooperativa sociale non ne beneficiano solo i cooperatori e gli utenti ma anche l’intero territorio.