Il Coronavirus sta danneggiano anche il settore delle pulitintolavanderie sarde. In base all’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, il comparto registra una perdita, nel fatturato del 50%.
«Il dimezzamento delle presenze turistiche – hanno dichiarato il presidente ed il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi e Daniele Serra – associato a restrizioni sulla mobilità delle persone nell’anno della pandemia, ha influito sull’attività di ristoranti e alberghi e sull’utilizzo, e la relativa manutenzione, di capi di abbigliamento. Inoltre, il diffuso utilizzo di smart working e la cancellazione di eventi e cerimonie, ha poi ridotto l’utilizzo del vestiario di più elevata qualità, su cui viene richiesto un maggiore utilizzo dei servizi di pulitintolavanderia.»
Per l’associazione artigiana sono fondamentali anche ristori e sostegni alle imprese.
«Dopo l’esclusione dal Decreto “Ristori ter”, che aveva però contemplato altre tipologie di imprese escludendo quelle artigiane – ricordano da Confartigianato Imprese Sardegna – avevamo riposto molte speranze nel Decreto “Sostegni” che prometteva, tra le altre cose, il superamento dei codici Ateco. Purtroppo, non è andata come ci potevamo aspettare: con le regole adottate, infatti, se facciamo una simulazione su un nostro laboratorio artigiano, che fino al 2019 aveva un fatturato annuo di circa 40mila euro e che nel 2020 ha visto ridurlo a 20mila, con un taglio di ricavi di circa il 50%, questo riceverà circa 2mila euro di ristoro.»
Antonio Caria