E’ stato presentato oggi, presso l’Aula Magna Baffi dell’Università di Cagliari, il secondo Rapporto “La Sardegna e il Mediterraneo”, curato dall’Istituto di Studi e
Programmi per il Mediterraneo (ISPROM) in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari e stampato da UNICApress grazie al supporto finanziario della Fondazione di Sardegna nell’ambito di un programma a proiezione triennale nato per contribuire alla costruzione di una comunità mediterranea formata per affrontare le trasformazioni del mondo contemporaneo.
L’evento ha riunito esperti e rappresentanti istituzionali per discutere delle sfide e delle opportunità che legano la Sardegna ai Paesi del Mediterraneo.
Nei saluti istituzionali, Gianni Fenu, prorettore vicario dell’Università di Cagliari, ha riconosciuto al rapporto un grande valore per la ricerca, in particolare su temi cruciali come la transizione energetica e la cultura. Questi argomenti sono rilevanti anche per l’Università, che quest’anno ha deciso di inaugurare nuovi corsi dedicati sia alla transizione energetica che alla gestione dei beni culturali, anche considerando l’importanza della posizione strategica della Sardegna nel Mediterraneo.
A seguire, Salvatore Cherchi, vice presidente ISPROM, ha definito il rapporto come uno strumento annuale concretamente utile per istituzioni, politica e società, perché capace di offrire una visione d’insieme evolutiva delle relazioni dell’Isola con la sponda sud e est del Mediterraneo. Il rapporto – ha sottolineato ancora Salvatore Cherchi -, mette in evidenza una realtà fatta di dinamiche positive, ma anche di significativi vuoti e potenzialità ancora inespresse.
Il volume, nella sua interezza, è stato illustrato da Stefano Usai dell’Università di Cagliari e Marco Calaresu dell’Università di Sassari; la loro presentazione ha toccato vari temi trattati nel volume, che offre un’analisi multidisciplinare delle relazioni tra la Sardegna e le regioni del Mediterraneo meridionale e orientale, affrontando temi rilevanti come gli scambi commerciali, il Piano Mattei, la diversificazione economica, il partenariato pubblico-privato, lo sviluppo sostenibile e la cooperazione internazionale, offrendo una panoramica completa dei legami economici, culturali e politici tra la Sardegna e il Mediterraneo.
Come sottolineato da Marco Calaresu, uno dei punti centrali del Rapporto riguarda le trasformazioni sociali legate ai flussi migratori. In particolare, Marco Calaresu ha evidenziato come la crescente presenza di famiglie con almeno un componente straniero stia contribuendo a mitigare il declino demografico dell’isola. Questo fenomeno, ha aggiunto, ha un impatto significativo non solo sulla natalità, ma anche sulla struttura sociale più ampia della Sardegna. Marco Calaresu ha poi affrontato il tema dell’integrazione scolastica, soprattutto per gli studenti provenienti dai Paesi del Medio Oriente e Nord Africa (MENA); le province di Sassari e Cagliari stanno vivendo questa sfida, che rappresenta al contempo un’opportunità per arricchire il contesto educativo locale.
Stefano Usai ha posto l’accento sulle dinamiche economiche e sulle opportunità di cooperazione, sottolineando l’importanza degli scambi commerciali tra la Sardegna e i Paesi MENA, particolarmente legati ai prodotti petroliferi e evidenziando come la Sardegna possa sfruttare la sua posizione strategica nel Mediterraneo per rafforzare il proprio ruolo nel contesto della transizione energetica. L’analisi di Usai ha messo in luce come lo sviluppo delle connessioni infrastrutturali e dei progetti di interconnessione energetica con la Sponda Sud del Mediterraneo possa aprire nuove strade per il futuro economico della regione.
A seguire, Franco Cuccureddu, assessore del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, ha sottolineato l’importanza di rilanciare il ruolo della Sardegna nel Mediterraneo, evidenziando la sua posizione geografica centrale, ma la mancanza, ad oggi, di una vera centralità istituzionale ed economica. Ha richiamato l’attenzione sul progetto per l’istituzione di una macro-regione nel Mediterraneo occidentale, strumento previsto dall’Unione Europea, con l’obiettivo di creare nuove relazioni strategiche tra le tre grandi isole – Sardegna, Corsica e Baleari – e le regioni rivierasche di Tunisia, Algeria, Marocco, Spagna, Francia e Italia. Questo progetto, ha spiegato Franco Cuccureddu, mira a trasformare la Sardegna da periferia a protagonista nel contesto mediterraneo ed europeo, coinvolgendo anche le università e altre istituzioni locali nella costruzione di una rete di cooperazione internazionale.
Giacomo Spissu, presidente della Fondazione di Sardegna, ha evidenziato come il rapporto dimostri il ruolo strategico della Sardegna nella cooperazione internazionale nell’area mediterranea, offrendo una chiara visione delle sfide comuni, come i cambiamenti climatici e la sicurezza energetica e ha auspicato che questo lavoro possa servire per animare un dibattito pubblico e diffondere una conoscenza comune su dati relativi a vari temi strategici che, divenendo patrimonio collettivo, possano fare assumere alle istituzioni responsabilità nei settori di riferimento; questo, sottolinea Giacomo Spissu, anima la Fondazione a fare e finanziare rapporti come “La Sardegna e il Mediterraneo”.