Nel 2020 la spesa per investimenti in costruzioni in Sardegna registrerà un calo del 4% interrompendo l’incerta ripresa che sembrava rafforzarsi nel 2019. In generale, l’impatto dell’emergenza sanitaria sul settore edile sarebbe quantificato in un calo del 13% per il comparto residenziale e dell’11% per quello non residenziale privato. Ad evitare il crollo verticale del comparto è la dinamica delle opere pubbliche che, in base alle stime, nel 2020 cresceranno nell’isola quasi del 9%. Un risultato assai più positivo rispetto alla dinamica nazionale che registrerà un +0,9% di opere pubbliche nel 2020, anche se comunque a livello macro quello delle infrastrutture risulta essere il settore di attività che manifesta una importante capacità di tenuta nella attuale fase critica.
E’ quanto si evince dall’ultimo report della Cna Sardegna che analizza gli effetti della crisi economica indotta dall’emergenza sanitaria Covid 19 sul settore delle costruzioni in Sardegna. Secondo l’associazione artigiana saranno per ora marginali gli effetti del nuovo superbonus al 110% introdotto dal Governo: considerati ancora i numerosi dubbi interpretativi per una corretta applicazione della norma, si ritiene che nel 2020 potrà solo essere compensato l’effetto negativo che il suo annuncio ha prodotto di fatto, sospendendo una parte di attività in attesa della nuova norma più incentivante.
«Su questa flessione ancora “contenuta” degli investimenti nel settore edile giocano alcuni fattori di criticità – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di CNA Costruzioni –. E’, infatti, importante rilevare che solo il settore delle infrastrutture sta evitando un crollo assai più importante della produzione edile. In secondo luogo, l’eventualità di una nuova ondata pandemica ma soprattutto delle misure di contrasto, fanno temere un ulteriore blocco della produzione. Terzo fattore è quello dell’effettivo funzionamento del più recente incentivo da cui si attende una spinta importante per il superamento dell’attuale fase di mercato. Fondamentali saranno infine i tempi di decisione e attivazione delle misure messe in campo per la velocizzazione dell’iter di realizzazione degli investimenti. Tutti fattori e incognite dai quali dipende più che la dinamica del settore per l’anno in corso, quella dell’imminente futuro.»
«La Regione – sotolineano i vertici di Cna Costruzioni – è chiamata ad accelerare i progetti per la ripresa del settore: abbiamo apprezzato la riprogrammazione dei Fondi FSC per 358 milioni di euro, definanziando interventi al momento non cantierabili e riprogrammandoli a favore di una tipologia di opere più facilmente cantierabili e capaci di coinvolgere imprese e maestranze locali. Così come è altrettanto urgente dare attuazione agli interventi di edilizia scolastica riguardanti il piano triennale 2018/2021, che come CNA ha rilevato con un apposito report riguardano 414 progetti per un valore di 300 milioni di euro, di cui solo 4 cantierabili.»
Secondo la ricerca della Cna sarda la stima di crescita per l’intero 2020 esclude l’ipotesi di un secondo lock down e presuppone la prosecuzione dei lavori a valere su progetti finanziati e pronti a partire già dai precedenti anni. D’altro canto, la fase di crescita per le opere infrastrutturali potrebbe persino rafforzarsi in vista delle misure per la semplificazione amministrativa per l’accelerazione degli investimenti già nella seconda metà dell’anno. Ma le incognite rimangono molte. Specie per quello che riguarda il settore privato, che rispecchia gli effetti di un ulteriore deterioramento della situazione economica di famiglie e imprese.
Un ruolo importante sarà giocato dal nuovo superbonus che consente di detrarre il 110 per cento delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021 per far fronte a interventi antisismici e di efficientamento energetico. «Se il provvedimento riuscisse a scaricare sul territorio l’efficacia attesa dagli operatori e dalla domanda – evidenziano Porcu e Mascia – l’impatto potrebbe essere molto interessante, soprattutto nell’ipotesi che venisse estesa l’applicabilità del super bonus a tutto il 2022. Naturalmente le problematicità non sono poche, e riguardano la tempistica (non sarebbe troppo pessimistico ipotizzare che per una reale applicazione della norma i principali quesiti non verranno sciolti in maniera definitiva prima della fine di settembre 2020); la capienza fiscale (quanti sarebbero i soggetti con capienza fiscale sufficiente per potersi detrarre somme sostanziose quali quelle associabili a questa tipologia di interventi?). Inoltre i criteri ambientali minimi che devono essere rispettati per l’isolamento termico presuppongono l’utilizzo di materiali riciclati che, allo stato attuale, hanno costi molto alti e un’offerta molto limitata».