«La sostenibilità in agricoltura è ormai un tema inderogabile, strettamente correlato all’emergenza dei cambiamenti climatici. Per la viticoltura sono diversi i fronti sui quali si può intervenire, uno di questi è il miglioramento genetico dei vitigni da coltivare che può rendere la viticoltura più sostenibile.»
Lo ha detto l’assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che ha aggiunto: «Rispetto ad altre colture anche arboree la vite è sempre rimasta ai margini del miglioramento genetico, ma negli ultimi anni qualcosa sta cambiando. Sono infatti oggi disponibili diverse varietà di vitigni, ottenuti grazie a incroci tra la vite europea e quella americana o asiatica, resistenti ad alcuni agenti patogeni, che si avvicinano come caratteristiche tecnologiche e organolettiche al vitigno progenitore. La sostenibilità passa da un minor uso di agrofarmaci che può essere ottenuto proprio grazie all’uso di vitigni resistenti, individuando tra i diversi vitigni autoctoni quelli più sostenibili riguardo alla resistenza alle malattie e a condizioni estreme di coltivazione».
«Il miglioramento genetico non è l’unica via della sostenibilità che si sta seguendo, ma ci sono altri aspetti che possono limitare gli impatti sull’ambiente e sui costi di produzione, come la gestione del suolo, l’irrigazione, la difesa in senso lato. Queste innovazioni spesso vengono viste sia dal produttore che dallo stesso consumatore con una certa diffidenza, ma sono opportunità che ormai rappresentano il futuro di tutta l’agricoltura – ha concluso Gabriella Murgia -. La prossima programmazione 2023/2027 sarà ancora più sostenibile in quanto, ad esempio, si vuole favorire lo sviluppo di un rinnovamento degli impianti a vite da vino e l’introduzione di nuove tecniche di gestione potenzialmente in grado di coniugare crescita e performance economica, con gli obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale, maggiore diffusione di tecniche di gestione dei vigneti, più razionali e ispirate ai principi della viticoltura sostenibile.»
Lo ha detto l’assessora regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, che ha aggiunto: «Rispetto ad altre colture anche arboree la vite è sempre rimasta ai margini del miglioramento genetico, ma negli ultimi anni qualcosa sta cambiando. Sono infatti oggi disponibili diverse varietà di vitigni, ottenuti grazie a incroci tra la vite europea e quella americana o asiatica, resistenti ad alcuni agenti patogeni, che si avvicinano come caratteristiche tecnologiche e organolettiche al vitigno progenitore. La sostenibilità passa da un minor uso di agrofarmaci che può essere ottenuto proprio grazie all’uso di vitigni resistenti, individuando tra i diversi vitigni autoctoni quelli più sostenibili riguardo alla resistenza alle malattie e a condizioni estreme di coltivazione».
«Il miglioramento genetico non è l’unica via della sostenibilità che si sta seguendo, ma ci sono altri aspetti che possono limitare gli impatti sull’ambiente e sui costi di produzione, come la gestione del suolo, l’irrigazione, la difesa in senso lato. Queste innovazioni spesso vengono viste sia dal produttore che dallo stesso consumatore con una certa diffidenza, ma sono opportunità che ormai rappresentano il futuro di tutta l’agricoltura – ha concluso Gabriella Murgia -. La prossima programmazione 2023/2027 sarà ancora più sostenibile in quanto, ad esempio, si vuole favorire lo sviluppo di un rinnovamento degli impianti a vite da vino e l’introduzione di nuove tecniche di gestione potenzialmente in grado di coniugare crescita e performance economica, con gli obiettivi di sostenibilità sociale e ambientale, maggiore diffusione di tecniche di gestione dei vigneti, più razionali e ispirate ai principi della viticoltura sostenibile.»
Antonio Caria