Sensori in grado di trasmettere in tempo reale all’allevatore lo stato di salute degli animali e le criticità nell’ambiente dove vive. Ma anche monitoraggio e controllo delle emissioni di gas serra, con il bilanciamento del carbonio e l’impegno ad attuare pratiche per la sua diminuzione.
Sono questi gli obiettivi dei due progetti, TechCare e LIFE Green Sheep, che vedono le aziende del Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp in prima linea.
«L’attenzione per la qualità delle carni – spiegano dal Contas – passa anche dai progetti innovativi che i pastori stanno sperimentando per il tramite dell’ente, impegnato non solo a diffondere buone pratiche di allevamento e benessere animale ma anche a farsi da tramite tra gli enti di ricerca, Università e la stessa Unione europea, nell’accesso dei consorziati a pratiche che perseguono obiettivi di sostenibilità.»
Il consumatore finale, nell’acquisto dei prodotti a indicazione geografica protetta della filiera ovina sarda, oltre a consumare carni di altissima qualità, sosterrà un comparto che investe nel segno delle politiche europee di sicurezza e tutela ambientale, oltre che benessere animale.
«Non potevamo non essere parte attiva di due progetti così importanti che portano le aziende sarde aderenti al Contas a raggiungere parametri d’avanguardia, comunicando al consumatore la sicurezza e la grande qualità delle carni – ha spiegato Battista Cualbu, presidente del Contas -. Rappresentiamo e raggruppiamo, infatti, la maggior parte degli allevamenti ovini della Sardegna, con 5.100 aziende, distribuite in maniera omogenea in tutto il territorio regionale ed abbiamo prodotto nel 2021 l’85% degli agnelli da latte italiani Igp destinati alla macellazione.»
«Ogni fase dei progetti di ricerca e di sviluppo di nuove tecnologie «sono sempre occasione di crescita per le nostre aziende – commenta il direttore del Contas, Alessandro Mazzette -. Per Tech Care ad esempio in qualità di advisory board, abbiamo potuto verificare lo stato di perfezionamento dei sensori e dei sistemi automatici in grado di comunicare con un’allerta precoce, diverse situazioni di criticità come ad esempio uno stato di malnutrizione, o eventuali zoppie degli ovini, o la presenza di fattori ambientali sfavorevoli. In questo modo gli allevatori possono intervenire in modo adeguato e limitare le situazioni critiche.»
Antonio Caria