Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Sardegna, riunitosi in data 28 luglio 2023, ha esaminato e approvato i risultati al 30 giugno 2023.
I risultati del primo semestre 2023 confermano la forte solidità patrimoniale e la capacità di generare una buona redditività, sostenibile anche in contesti complessi, con un utile netto di 93,6 milioni (28,3 milioni nel giugno 2022) trainato dagli interessi netti (+ 76,6%) e dalle commissioni (+12,8%).
Gli oneri operativi sono in calo del 4,6% a/a, così come le rettifiche nette per rischio di credito (-38,4%).
In ulteriore miglioramento la qualità del credito, con un’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi, pari all’1,1%, al netto delle rettifiche di valore; il tasso di copertura complessivo è salito al 76%, con le sofferenze al 91,7% e gli UTP al 48,5%. Il costo del credito diminuisce a 37 b.p., mentre il default ratio si attesta all’1,1%.
La solidità patrimoniale si conferma largamente superiore ai requisiti normativi, con un CET 1 ratio a regime del 28,10%, in crescita rispetto al dato di fine esercizio 2022 (27,24%).
La liquidità strutturale e la capacità di funding si mantengono su livelli ampiamente positivi.
Sul fronte commerciale, i finanziamenti netti a clientela ammontano a 6,9 miliardi e si mantengono sostanzialmente stabili, con il decalage del semestre sostituito da nuove erogazioni per quasi 400 milioni.
La raccolta complessiva sale a 17,4 miliardi (+1% da inizio anno), con la raccolta diretta a 11,4 miliardi, la gestita a 3,2 miliardi, i titoli a custodia a 1,8 miliardi e l’assicurativa a oltre 1 miliardo.
Principali risultati del primo semestre 2023
L’utile lordo del primo semestre 2023 si attesta a 129,3 milioni, in forte crescita rispetto ai 32,3 milioni di giugno 2022, il più alto di sempre. L’utile netto, dopo aver scontato imposte per 35,7 milioni, perviene a 93,6 milioni rispetto ai 28,3 milioni del 2022.
Il primo margine (margine di interesse e commissioni nette) sale a 253,1 milioni, in crescita di 75,9 milioni (+42,8%). Il solo margine di interesse si attesta a 147,3 milioni (+76,6% a/a) e le commissioni nette, a 105,8 milioni, registrano un aumento del 12,8% pari a 12 milioni.
Positivo per 8,5 milioni l’apporto dell’attività di negoziazione delle attività finanziarie e dei dividendi, principalmente per effetto delle plusvalenze da cessioni di titoli di proprietà e crediti per 2,2 milioni e di dividendi per 4,6 milioni.
I proventi operativi netti raggiungono i 271,1 milioni, in aumento di 69,9 milioni a/a (+34,7%).
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito si attestano a 24,3 milioni in calo di 14,6 milioni rispetto ai 38,9 milioni di un anno prima.
Gli oneri operativi pervengono a 119,8 milioni, in calo a/a di 5,7 milioni (-4,6%), con le spese per il personale a 66,3 milioni (+2,5%) e le altre spese amministrative a 47 milioni, in diminuzione di 7,7 milioni (-14,1%) rispetto a giugno 2022, che comprendeva 6,2 milioni di costi di natura straordinaria.
Il cost/income scende al 44,2% dal 62,4% di giugno 2022, mentre il Texas Ratio ancora in miglioramento si attesta ad un virtuoso 25,3% (27,3% a fine 2022).
La raccolta complessiva da clientela si attesta a 17,4 miliardi (+1% su dicembre 2022) con la raccolta diretta da clientela a 11,4 miliardi (-2,8%) e la raccolta indiretta a 6 miliardi, in crescita del 9,1% per effetto del travaso della raccolta diretta verso forme più remunerative di raccolta indiretta.
I finanziamenti netti a clientela si attestano a 6,9 miliardi, in lieve calo (-1,3%) su dicembre 2022, con i conti correnti in crescita nel semestre di 60 milioni (+11,9%) mentre i mutui scendono dello 0,9% rispetto al dato di fine 2022. Sempre di rilievo il sostegno alle famiglie, con nuovi prestiti per l’acquisto della prima casa per 232 milioni.
In ulteriore miglioramento la qualità del credito, che registra una riduzione di ulteriori 10,4 milioni nei finanziamenti deteriorati netti, che scendono a 75,7 milioni (-12,1%), con le sofferenze nette che calano a 17,6 milioni (-51,1% su dicembre 2022) mentre le inadempienze probabili si attestano a 40,6 milioni (+3,4 milioni sul 2022). L’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale dei finanziamenti risulta sostanzialmente stabile al 4,4% (1,1% l’NPE Ratio netto), mentre si registra un sostanziale rafforzamento delle coperture dei crediti deteriorati, con un coverage ratio che sale dal 73,8% del 2022 al 76%, tra i più elevati del sistema; in questo ambito, la copertura delle sofferenze è pari al 91,7% e quella degli UTP al 48,5%. Il grado di copertura dei crediti in bonis si attesta allo 0,65%.
La consistenza dei titoli in portafoglio, composta principalmente da titoli di Stato italiani, sale a quasi 2 miliardi (+6,4%).
I finanziamenti interbancari netti registrano un saldo positivo di 4,5 miliardi, in aumento dell’1,3% rispetto alla fine dell’esercizio 2022.
Il patrimonio netto si attesta a 1 miliardo, in aumento di 44,4 milioni principalmente per il risultato di periodo.