Anche un “si” può aiutare la ripartenza delle piccole imprese, far crescere l’economia della Sardegna e arginare la perdita di posti di lavoro. Il “si” in questione è quello dei matrimoni, un circuito virtuoso che nell’Isola coinvolge 13.613 le imprese del wedding, di cui 5.108 artigiane (37,5%), con oltre 30.848 addetti; un piccolo esercito di aziende e addetti che, con la zona bianca da poco meno di una settimana, hanno ricominciato a lavorare e quindi a organizzare gli eventi.
Un mondo di professionisti altamente specializzati che lavorano sempre in tandem e sinergia per rendere unico il giorno delle nozze. Il tutto, comunque, appeso al meccanismo del “green pass”, la “certificazione verde” per la modalità di gestione degli eventi. Sono, infatti, circa 30 le figure che, direttamente e indirettamente, vengono abitualmente impegnate in ogni matrimonio; si parte dai Wedding planner, dalle agenzie di service, di eventi, di viaggi, di organizzazione di cerimonie, e dai produttori di bomboniere, si passa per i sarti, i parrucchieri, gli estetisti, i fioristi, gli orafi, i fotografi, gli autisti, si arriva ai cuochi, ai camerieri, e ai gestori di ristoranti e dimore e si conclude con i musicisti di ogni genere e gli organizzatori di spettacoli e di intrattenimento.
Sono questi alcuni dei numeri sui matrimoni e le cerimonie nell’Isola che emergono dal dossier realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati Istat 2019-2020, analisi che fa emergere anche come i matrimoni si siano quasi dimezzati (-47,4%) nel 2020 (2.349) rispetto a quelli celebrati nel 2019 (4.469).
«Il settore del wedding, anche in Sardegna, ha subito pesanti effetti della crisi Covid-19 a causa dei provvedimenti introdotti per il contenimento del virus – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – inoltre le imprese operanti in questo segmento sono state ulteriormente penalizzate, seppur con intensità differenti, dal crollo di eventi, congressi, fiere e delle attività culturali e di attrazione turistica. Il settore ha bisogno di lavorare e incassare, anche per disinnescare la bomba ad orologeria sociale attivata con lo sblocco dei licenziamenti – continuano Antonio Matzutzi e Daniele Serra – soprattutto, per il settore matrimoni, infatti, questo è il periodo cruciale.»