Si è tenuto a Roma venerdì scorso 31 gennaio il tanto atteso secondo incontro tra MIT ed Associazioni di Categoria sul tema del caro trasporti marittimi green, volto a verificare soluzioni per ridurre i sovraccosti determinati dall’innalzamento delle tariffe da parte degli armatori conseguente all’entrata in vigore degli obblighi ambientali previsti dal Regolamento IMO 2020.
Nell’incontro al Ministero – presenti le associazioni di rappresentanza dell’Autotrasporto e delle Compagnie di navigazione e i principali armatori – il vice ministro Cancelleri ha ribadito la sensibilità del Governo su una criticità che non riguarda soltanto le imprese di autotrasporto – indubbiamente colpite direttamente e in maniera più dannosa – ma rischia di mettere fuori mercato tutta la merce trasportata da e per la Sardegna, e di mettere in ginocchio la nostra economia e dare un ulteriore duro colpo a quella del Paese.
La proroga della continuità territoriale marittima
Cancelleri ha confermato che per contenere questa emergenza si farà certamente ricorso per la Sicilia a un ulteriore stanziamento che incrementi l’importo già destinato al “Marebonus” e che tale incremento sarà ad esclusivo appannaggio degli autotrasportatori. Il vice ministro ha quindi assicurato che per la Sardegna, esclusa dall’agevolazione per sviluppare la modalità combinata strada-mare “Marebonus”, si cercherà di intervenire sulla convenzione per la continuità territoriale in scadenza il prossimo luglio 2020 per evitare di incorrere in infrazioni comunitarie per Aiuti di Stato. Qualora il MIT non riuscisse a completare le procedure necessarie all’emanazione del nuovo bando entro la scadenza di luglio, ha spiegato Cancelleri, si andrebbe in regime di prorogatio della convenzione esistente oggi. Il vice ministro ha inoltre preso favorevolmente atto della disponibilità della Giunta regionale sarda di prevedere nella Finanziaria regionale 2020 stanziamenti integrativi a quelli statali, così come spiegato durante l’incontro dall’assessore ai Trasporti Giorgio Todde.
Le richieste della CNA FITA
I rappresentanti della CNA Fita hanno ricordato con forza che le imprese di autotrasporto in Sardegna stanno sopportando un incremento dei noli marittimi che le compagnie di navigazione avevano già operato dallo scorso anno e che, nel biennio 2018-2020, si attesta intorno al 60%: c’è pertanto un’urgenza eccezionale e una stringente necessità che gli interventi contenitivi ipotizzati siano di brevissimo periodo e vengano attuati quanto prima. CNA FITA ha inoltre ribadito che per questi interventi di breve periodo, sia le risorse per lo sviluppo del combinato strada-mare in Sicilia che gli incentivi previsti per la compensazione in Sardegna dovrebbero essere riconosciuti direttamente agli autotrasportatori, i tempi di pagamento dovrebbero essere celeri, e si dovrebbero introdurre maggiori misure a garanzia della legalità e regolarità delle imprese.
A proposito dei costi, Confitarma si è impegnata a evitare ulteriori aumenti, GNV invece non li ha esclusi. Tutti gli armatori non hanno quindi ceduto su un ribasso degli aumenti già previsti e applicati dal 1° gennaio 2020 agli utenti, da loro ritenuti necessari a coprire i nuovi costi di esercizio per l’adeguamento green al Regolamento IMO. Si sono invece resi disponibili a “rinunciare” al finanziamento aggiuntivo del Marebonus che dovrebbe essere ribaltato interamente agli autotrasportatori.
CNA FITA ha quindi richiesto con forza l’esigenza di trasparenza sull’incidenza reale che questi obblighi ambientali hanno sull’assetto dei costi delle Compagnie. Va, infatti, scongiurato qualsiasi possibile profitto ingiustificato a danno degli autotrasportatori: poiché l’industria navale è indiscutibilmente uno dei maggiori contribuenti all’inquinamento e alle emissioni di carbonio del pianeta, è stato evidenziato che non è sufficiente che gli armatori, su richiesta del MIT, abbiano dato la garanzia di non ricorrere ad ulteriori aumenti dei noli marittimi. Per contenere i costi, soprattutto quelli esterni, le imprese di navigazione debbono infatti promuovere investimenti in innovazione, compresi ad esempio quello di rottamare le navi più vecchie sostituendole con quelle alimentate da carburanti a zero emissioni, o dotarle di scrubber adeguati.
CNA FITA ha pertanto ribadito che sul piano ambientale occorre che anche le compagnie di navigazione si assumano le loro responsabilità, così come sta facendo l’autotrasporto merci in tema di accise e svecchiamento del parco veicolare. Non è accettabile che il trasporto di merci su strada si faccia carico sia dei costi ambientali di propria pertinenza, sia di quelli che devono sostenere gli armatori: pertanto è stato richiesto che il Governo faccia valere la sua autorità in materia.
Quanto alle specificità della Sardegna, il presidente regionale CNA FITA Franco Pinna ha ricordato che questo territorio presenta i requisiti previsti per il riconoscimento tra le regioni “ultraperiferiche” per le quali, a norma del Trattato sul funzionamento dell’UE (art. 349), sarebbe possibile, avendone lo status, prevedere provvedimenti specifici in deroga alle disposizioni del trattato. È stato quindi chiesto al vice ministro Cancelleri di valutare la possibilità di interloquire con l’UE in merito a questa specialità, e comunque di farsi carico come Stato membro italiano di sostenere la specificità insulare per superare i gap infrastrutturali ed economici della Sardegna in via definitiva.
Il presidente regionale della CNA FITA ha inoltre richiamato il diritto alla mobilità delle merci e delle persone e la necessità di concorrere sul mercato in condizioni paritarie tra gli stessi autotrasportatori sardi e con gli altri competitors che movimentano merci da e per la Sardegna, evidenziando che così come le autostrade italiane costano lo stesso importo €/km per ogni autotrasportatore che le percorre, anche tutte le rotte – che per la Sardegna sono le “autostrade” da percorrere obbligatoriamente, data la condizione di insularità – dovrebbero costare lo stesso importo per ogni vettore, indipendentemente dalla frequenza dei passaggi o dalla grandezza delle flotte, evitando così la polverizzazione dei piccoli autotrasportatori.
Sui collegamenti marittimi ha inoltre auspicato e sollecitato nel medio periodo l’istituzione di almeno due linee – una su Olbia e una su Cagliari – dedicate al solo trasporto merci considerato che, nel periodo estivo, caravan e vetture hanno priorità d’imbarco sui veicoli pesanti mentre quest’ultimi, al di là della stagionalità turistica, sostengono da soli la prevalente redditività delle compagnie di navigazione.
Infine, le associazioni degli autotrasportatori riconducibili ad UNATRAS (organo di rappresentanza unitaria di cui CNA Fita fa parte) hanno chiesto che il MIT torni alla integrale pubblicazione dei «valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto». La loro piena ripubblicazione che contempli tutte le principali voci di costo e non solo il gasolio,è da sempre una delle principali rivendicazioni della categoria sottoposta ai vari ministri che si sono succeduti dal 2015 ad oggi, perché pur confermando l’autonomia negoziale del prezzo del trasporto, potrebbe “favorire” l’incontro tra domanda ed offerta ed il riequilibrio dei costi del trasporto su strada. Il vice ministro Cancelleri ha ribadito che la proposta di ripubblicazione è già stata presentata dal MIT all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – AGCM, che la sta valutando ed a breve verrà presentata alle Associazioni di categoria e quindi pubblicata.
Per la Sardegna, Il MIT ha previsto un nuovo incontro di approfondimento, dal momento che è necessario studiare un meccanismo di incentivazione che non configuri un Aiuto di Stato per l’Unione Europea, col rischio di eventuale restituzione delle risorse e ulteriore esborso sanzionatorio per infrazione del diritto comunitario.