Anche Sardex, con uno dei suoi fondatori, Giuseppe Littera, è favorevole alla proposta di legge a firma Antonello Peru che prevede strumenti innovativi per il credito sardo. E’ quanto emerge dall’ultima audizione della commissione Bilancio, che si è tenuta questo pomeriggio in Consiglio regionale sotto la presidenza di Valerio De Giorgi. Accompagnato dall’economista Gianluca Cadeddu del Centro regionale di programmazione, il fondatore di Sardex ha illustrato la storia della moneta complementare non convertibile che «nata prima come strumento per la rete delle imprese, dei professionisti e delle partite iva e giunta oggi sino alle case dei consumatori, che possono anche loro essere parte del circuito». In dieci anni di operatività Sardex segna «un volume di scambi per 700 milioni di euro ma se si considera l’indotto il valore è ben superiore al miliardo di euro” al punto che il sistema Sardex ha contagiato positivamente altre regioni italiane, dove si affianca al mercato tradizionale del credito “con lo scopo di sfruttare tutto il potenziale produttivo di ogni impresa».
Al termine dell’audizione il primo firmatario Antonello Peru ha rilasciato questa dichiarazione: «Le audizioni hanno messo in luce ancora di più la portata e la valenza del provvedimento legislativo. Abbiamo messo al centro della nostra attenzione le imprese e le loro esigenze e vogliamo aiutarle ad entrare in contatto con questi strumenti che rappresentano per loro un’opportunità in più di avere liquidità in un momento così importante e delicato. In Sardegna siamo stati tra i primi in Italia e in Europa ad utilizzare la moneta complementare e l’audizione di Gabriele Littera di Sardex ne ha evidenziato le potenzialità. Come ha ribadito anche il professor Fantacci dell’Università Bocconi siamo stati un esempio anche a livello internazionale. In diverse regioni italiane questo esempio è già stato fatto proprio ed è stato normato dal punto di vista legislativo. Ora anche la Sardegna deve avere una legge specifica che sostiene l’utilizzo di questi strumenti.
Si può prevedere di destinare una parte del Fondo unico degli enti locali in moneta complementare per progetti e interventi specifici di politiche sociali, per la lotta alle povertà estreme ma anche per tirocini e borse di studio, per l’apprendistato e per la tutela dell’occupazione, ma anche per politiche di sviluppo locale.
È un sistema che autoalimentandosi cresce ma soprattutto fa crescere le nostre imprese. Sono convinto che l’Aula saprà dotare la Sardegna di una legge all’altezza di questi obiettivi».