Per rilanciare la Sardegna è necessario ripartire dalla qualità urbana e del tessuto imprenditoriale, creando opportunità economiche e di lavoro per chi abita le zone dell’interno, in modo da portare i giovani ad investire nuovamente in questi territori e a vivere e formare una famiglia in luoghi destinati a un inesorabile abbandono.
È quanto sostengono i vertici della Cna Sardegna, il presidente Luigi Tomasi ed il segretario regionale Francesco Porcu, in una lettera aperta al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas ed all’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolino.
Al fine di integrare le misure previste all’articolo 10 della Legge di Stabilità – che ha come elementi centrali i temi dello sviluppo locale e del contrasto allo spopolamento e alla denatalità – la CNA propone di destinare dieci milioni di euro per individuare 2/3 borghi/comuni/aree territoriali dell’interno della Sardegna su cui sperimentare la costruzione di un modello di sviluppo che partendo dai tratti distintivi, delle vocazioni, dai punti di forza del borgo/comune/area territoriale, definisca un programma e una strategia di sviluppo locale.
«Si tratterebbe di costruire un prototipo replicabile in altre aree a cui affidare il rilancio e lo sviluppo economico dei nostri piccoli comuni dove è più elevato lo stato di disagio socioeconomico – scrivono Luigi Tomasi e Francesco Porcu -. Un progetto nel quale coinvolgere le migliori competenze, Università, urbanisti, sociologi, economisti, con l’allestimento di “unità di specialisti” dedicata a definire le procedure per intercettare le tante risorse che la legislazione nazionale e comunitaria a cui si aggiungono quelle apposite previste sul tema dal PNRR.»
«Irrobustire e consolidare la ripresa economica, definire le coordinate entro cui avviare la gestione del PNRR e dei Fondi Strutturali Europei è l’obiettivo del 2022», scrivono i vertici della CNA, ricordando come nel 2021, grazie alla straordinaria ripresa del settore turistico, alla crescita delle costruzioni e al rimbalzo del valore dell’export, il PIL regionale potrebbe registrare una crescita (+4%) superiore a quelle medie delle regioni del mezzogiorno (+3,5%).
Secondo CNA, per rilanciare la crescita e lo sviluppo economico della Sardegna è necessario un serio e concreto processo programmatorio di medio lungo periodo che ponga le basi per un effettivo e armonico riequilibrio territoriale tra le aree dell’interno e quelle costiere. Ecco perché l’associazione plaude alle disposizioni contenute nell’art. 10 della legge di Stabilità «che prevedono interventi volti a frenare il calo demografico e la desertificazione produttiva nei comuni al di sotto dei tremila abitanti, con sostegni alla natalità, all’insediamento di nuove attività economiche, vanno nella giusta direzione di mitigare la gravità di questi fenomeni che, pur presenti su scala regionale, assumono incidenza e gravità differenziate, colpendo soprattutto le aree dell’entroterra e i comuni dell’interno della nostra isola».