«Vogliamo raccontarvi chi siamo e cosa facciamo attraverso la storia delle nostre aziende. Storie di famiglie che si tramandano per generazioni passione, non solo lavoro. Storie di allevatori che hanno dedicato tutta la loro vita a tenere in vita una tradizione che ha saputo rinnovarsi non tradendo mai le sue origini e onorando sempre la sua memoria.»
E’ l’intento del Consorzio di tutela del Pecorino Romano, che ha annunciato la sua nuova iniziativa, veicolata sulle pagine social Facebook ed Instagram e attraverso il Sito web ufficiale (www.pecorinoromano.com). A più di 40 anni dalla sua costituzione, il Consorzio presieduto da Gianni Maoddi per la prima volta si racconta attraverso i caseifici che in Sardegna, nel Lazio e in provincia di Grosseto, le tre zone di produzione, ne hanno fatto la storia, ciascuno con le sue caratteristiche e peculiarità. Storie che hanno contribuito a far diventare il Pecorino Romano un ambasciatore d’eccellenza delle DOP in tutto il mondo.
Il racconto parte da uno dei pionieri dell’avventura del Pecorino Romano in Sardegna, Luigi Bozzano, 94 anni, memoria di ferro e modernissima visione del futuro: fu suo padre, nel 1908, a registrare il marchio alla camera di Commercio di New York. Bozzano racconta perché il Pecorino romano trovò casa ideale nell’isola, i sacrifici ed i progressi di anni difficili ma entusiasmanti. Poi tutte le altre aziende, fino alle più moderne e innovative, dove la necessità di innovarsi non è mai scesa a patti con la tradizione. Decine di storie, ciascuna con le sue caratteristiche e peculiarità.
«Vogliamo parlarvi dei nostri prodotti, quelli che ogni giorno produciamo per voi, senza mai fermarci, per garantirvi qualità ed unicità – concludono dal Consorzio -. Noi, che abbiamo creduto nella forza dell’unione, vi racconteremo ognuna delle aziende che fanno parte del nostro Consorzio, dove stare insieme e lavorare tutti per un solo, grande obiettivo, ha reso grande il nostro Pecorino Romano, consentendoci di portare sulle tavole di tutto il mondo formaggi genuini, apprezzati e inimitabili.»
Antonio Caria