«I dati forniti da Confcommercio fotografano una situazione drammatica: quest’anno il crollo dei consumi pari al 10,8% e le restrizioni imposte per far fronte alla pandemia hanno determinato la chiusura di 390mila imprese. A fronte di 85mila nuove aperture, dunque, si stimano circa 305mila aziende in meno nel 2020, un calo dell’11,3% rispetto al mese di gennaio dello scorso anno. Un annus horribilis soprattutto per il settore dell’abbigliamento e dei servizi, in particolare turismo e ristorazione. Con la fine del blocco dei licenziamenti in primavera avremo una vera e propria catastrofe occupazionale se non si mettono in campo misure adeguate.»
Lo scrive, in una nota, Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito ai dati di Confcommercio sulla chiusura di 390mila imprese nel 2020.
«Come rileva il Report della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, infatti, sono a rischio oltre un milione e mezzo di posti di lavoro. In tale contesto allarmante per la tenuta economica e sociale del Paese, non è pensabile agire con provvedimenti emergenziali e limitati nel tempo. Occorre uno shock senza precedenti mediante l’erogazione di liquidità a fondo perduto, ristori e indennizzi commisurati all’entità del fatturato e lo sblocco immediato di tutte le risorse europee disponibili per far fronte ad una crisi che minaccia direttamente quel tessuto produttivo su cui si fonda l’economia nazionale. Il modello basato sui sussidi a pioggia ha fallito. Sono indispensabili politiche industriali e infrastrutturali di medio e lungo periodo volte a favorire la produttività, lo sviluppo del Mezzogiorno e al tempo stesso la crescita e la coesione del Paese», conclude Paolo Capone.