«In questo momento sono oltre 700 i cantieri ancora fermi con il rischio di non riuscire a spendere i fondi già stanziati, si tratta di decine di miliardi di euro, a causa delle innumerevoli pastoie burocratiche. Quella delle infrastrutture è una partita strategica che il Paese non può permettersi di perdere. È in gioco la capacità di generare crescita, attrarre investimenti e promuovere occupazione. Auspichiamo, quindi, che l’Esecutivo intervenga quanto prima consentendo di derogare al codice degli appalti che, ad oggi, ha rallentato lo sviluppo dell’Italia. È altresì necessario superare i pregiudizi ideologici e i veti corporativi che minacciano di frenare la ripresa economica e lasciare il Paese in ostaggio dei fautori della ‘decrescita infelice’. In questa prospettiva il ‘modello Genova’ rappresenta un precedente virtuoso che occorre valorizzare e replicare altrove per ripartire. Inoltre, a conclusione della kermesse degli Stati Generali di Villa Pamphilj, ci auguriamo che il Governo dalle promesse passi ai fatti per il rilancio del Paese.»
Lo ha dichiarato Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito alla necessità di far ripartire i cantieri.