I pastori sardi lanciano una nuova sfida al mercato della carne: l’agnellone pesante che vuole conquistare un mercato in espansione, sperimentando la linea pecora-agnello, più adatta anche ai terreni marginali ed abbandonati oltre che ad un settore in cui è sempre più difficile trovare manodopera e con un’età media in crescita.
Tutto ciò attraverso una partnership tra Distretto Rurale della Barbagia, Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp e Agris Sardegna.
Il progetto biennale consente di sperimentare degli incroci tra la pecora sarda e degli arieti di razze specializzate da carne con gli obiettivi di aumentare la produzione di carne, eliminare dal mercato il 30% di agnelli da latte Igp e implementare l’esportazione dell’agnello verso i mercati esteri.
«Il mercato delle carni ovine è in netta espansione sul mercato mondiale soprattutto nei paesi di cultura musulmana – sottolinea il presidente del Contas, Battista Cualbu -. La valorizzazione di queste carni e dei loro sottoprodotti potrebbe rappresentare un’opportunità di diversificazione delle produzioni dell’allevamento ovino attraverso l’introduzione di modelli di allevamento dell’agnellone. I recenti studi di mercato, infatti, mostrano come ci siano ampi spiragli di mercato per le carni ovine soprattutto nei paesi di cultura araba i quali sono i principali consumatori mondiali di carne ovina. Alcuni analisti riferiscono che lo sviluppo futuro di una filiera delle carni ovine nazionali deve indirizzarsi proprio verso questi paesi i quali mostrano particolare attenzione alle caratteristiche qualitative del prodotto e alle sue certificazioni. Tuttavia, questo mercato necessita di produzioni costanti durante l’anno con protocolli di produzione standardizzati e animali di maggior peso.»
Tutto ciò attraverso una partnership tra Distretto Rurale della Barbagia, Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp e Agris Sardegna.
Il progetto biennale consente di sperimentare degli incroci tra la pecora sarda e degli arieti di razze specializzate da carne con gli obiettivi di aumentare la produzione di carne, eliminare dal mercato il 30% di agnelli da latte Igp e implementare l’esportazione dell’agnello verso i mercati esteri.
«Il mercato delle carni ovine è in netta espansione sul mercato mondiale soprattutto nei paesi di cultura musulmana – sottolinea il presidente del Contas, Battista Cualbu -. La valorizzazione di queste carni e dei loro sottoprodotti potrebbe rappresentare un’opportunità di diversificazione delle produzioni dell’allevamento ovino attraverso l’introduzione di modelli di allevamento dell’agnellone. I recenti studi di mercato, infatti, mostrano come ci siano ampi spiragli di mercato per le carni ovine soprattutto nei paesi di cultura araba i quali sono i principali consumatori mondiali di carne ovina. Alcuni analisti riferiscono che lo sviluppo futuro di una filiera delle carni ovine nazionali deve indirizzarsi proprio verso questi paesi i quali mostrano particolare attenzione alle caratteristiche qualitative del prodotto e alle sue certificazioni. Tuttavia, questo mercato necessita di produzioni costanti durante l’anno con protocolli di produzione standardizzati e animali di maggior peso.»
Antonio Caria