Era una mattinata uggiosa quella che si profilava mercoledì 21 aprile, a Cagliari, quando i furgoni di ambulanti e fieristi hanno iniziato a disporsi e a parcheggiarsi di fronte al palazzo del Consiglio regionale. Mascherine rosse per l’associazione Ambulantando e la Confederazione Sindacale Sarda. Insieme, hanno manifestato vive preoccupazioni a proposito della totale assenza di misure di sostegno a favore di alcune categorie di mercato, quali gli ambulanti ed i fieristi che, nonostante l’incresciosa situazione Covid-19, hanno bisogno di lavorare, per poter continuare a pagare le tasse legate al loro esercizio commerciale e sostentare se stessi e la propria famiglia che spesso dipende da una sola entrata economica.
I manifestanti erano sostenuti nella lotta corretta e pacifica protesta da FIVA Confcommercio (Federazione italiana venditori ambulanti) che aderisce altresì all’UECA (Ufficio erogazioni comunitarie in agricoltura). Controllata da un ingente numero di operatori delle forze dell’ordine, la manifestazione si è presentata con toni moderati e pacati, molto esplicita attraverso l’esposizione di piccoli cartelli con la scritta rossa “Perché noi no?” e, allo stesso tempo incisivi, con una grande scritta apposta su uno dei furgoni parcheggiati “Vogliamo lavorare” e, a fianco la bandiera dei quattro mori, segno distintivo della Sardegna, terra che piange ormai da tempo per irrisolti problemi di disoccupazione, giunta ad altissimi livelli. Una delegazione è stata prontamente ricevuta nel palazzo del Consiglio regionale per una contrattazione e, a distanza di un’ora, si è ritenuta soddisfatta, per il raggiungimento di un accordo importante che prevede lo stanziamento di 5 milioni di euro, che andranno ad alleggerire i pensieri di quei lavoratori (ambulanti e fieristi) che ancora non possono riprendere a lavorare per problemi legati alle norme anticovid, aggravate al momento dell’entrata in vigore del DPCM nazionale che colloca la regione Sardegna in zona rossa da due settimane ed ancora, orientativamente per altre due.
Sperando che a breve la situazione possa normalizzarsi, consentendo una ripresa produttiva a tutti questi lavoratori e non solo, la redazione si rende disponibile a seguire da vicino gli sviluppi della situazione che dovrebbe concludersi con la “firma” dell’accordo in sede regionale domani, martedì 27 aprile.
Nadia Pische