La grave crisi nel mondo agricolo, che in queste settimane si sta abbattendo in Italia, ed in particolare in Sardegna, sono state analizzate in una riunione del direttivo del Centro studi Agricoli, presieduto dal presidente Tore Piana. A far emergere tutta la sua gravità del momento, la mancanza di scorte sufficienti di mangimi per gli allevamenti, dalle informazioni ricevute al CSA, pare che le scorte di mangimi siano sufficienti per soli altri 20/30 giorni, dopo il baratro. Ad aumentare la situazione, la mancanza di pascoli dovuti alla siccità che si sta abbattendo nell’Isola.
«Gli allevatori stanno terminando le scorte dei foraggi prodotti in azienda – dice Tore Piana -. L’aumento dei costi di energia elettrica, del gasolio e delle materie prime, stanno costringendo le aziende agricole a non spendere per produrre, con il conseguente tracollo della mancanza di alimenti, sia per gli allevamenti sia per l’alimentazione umana. La Sardegna, fanno notare dal CSA, è la regione Italiana più colpita rispetto alle altre regioni, perché un’isola lontana dalla terra ferma con costi e logistica molto più gravosi. Ecco perché come Centro Studi Agricoli, percepiamo che siamo a rischio di tenuta, ed è per questo che abbiamo preso la decisione forte, di avviare una petizione popolare, indirizzata al presidente della Regione Sardegna e all’assessora regionale dell’Agricoltura per richiedere di decretare LO STATO DI EMERGENZA PER L’AGRICOLTURA SARDA. Con questa decisione, chiediamo nella petizioni che:
– la Regione Sardegna riduca del 90% i ruoli consortili dei Consorzi di bonifica, agli agricoltori che possiedono terreni all’interno dei comprensori irrigui (la riduzione si intende sia per il costo dell’acqua che per i ruoli di gestione e manutenzione), per le imprese agricole che coltiveranno a partire da aprile 2022, colture a granella sia foraggere.
– la Regione Sardegna, chieda al Governo Nazionale lo sgravio dei contributi INPS a tutti gli imprenditori agricoli per gli anni 2022 e 2023 aventi sede fiscale in Sardegna.
– la Regione Sardegna chieda urgentemente una deroga al Governo Nazionale, per autorizzare il pagamento del 70% dei premi PAC e PSR entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.
– la Regione Sardegna chieda una deroga al Governo nazionale, affinché nel prossimo bando nazionale, previsto per i primi di aprile 2022, relativo all’Agro voltaico sui tetti degli immobili delle aziende agricole, l’incentivo a fondo perduto sia al 90% indistintamente che si tratti di giovane agricoltore o meno.
– la Regione Sardegna, chieda al ministero dell’Agricoltura, che all’interno della prossima PAC 2023/2027, nell’Eco schema 1 livello 2, vengano inserito anche il comparto ovi-caprino, oggi escluso.
– la Regione Sardegna, crei una task force di tecnici e sblocchi inviando al pagamento, entro 60 giorni, tutte le pratiche PAC e PSR Sardegna non istruite e/o bloccate.
– la Regione Sardegna promuova ed incentivi, la sottoscrizione di contratti di filiera per le produzioni agricole di particolare rilievo (mais e grano), applicando un contributo alla produzione.
– la Regione Sardegna, verifichi la possibilità, in emergenze alimentare dichiarata, la possibilità di requisire coattivamente l’uso di superficie dei terreni agricoli incolti, per un periodo di anni 20, riconoscendo un canone di affitto ai proprietari. L’assegnazione viene prevista attraverso pubblici bandi, sul modello ISMEA.»
La petizione proposta ed avviata dal Centro Studi Agricoli, verrà portata in tutto il territorio della Sardegna, attraverso banchetti e pubbliche riunioni.
«Siamo veramente preoccupati, per l’agricoltura e allevamento Sardo, che faremo ogni sforzo per sensibilizzare gli organi politici che oggi guidano le Istituzioni pubbliche», conclude Tore Piana.