Reagire ai gravi problemi attraverso un lavoro di miglioramento della resa di latte e della carne ovina.
Questo l’obiettivo del convegno, “Prospettive e problematiche del settore ovino sardo”, che si è svolto nei giorni scorsi a Tramatza durante il quale si è discusso dell’importanza della sostenibilità e dell’innovazione nel futuro del comparto agroalimentare sardo.
L’iniziativa è organizzata nell’ambito dei progetti Dairy Chain, promosso dalla Cooperativa 3A Latte Arborea, ed Incovi, promosso da Daga Carni Srl, entrambi finanziati dall’Agenzia regionale per il sostegno all’agricoltura Argea – PSR Sardegna 2014/2020 fondo Feasr 16.1, il convegno ha messo in luce le potenzialità della produzione razionale del latte e della carne ovina per trasformare le criticità del settore in nuove opportunità. «Vogliamo migliorare con questo progetto la qualità delle carni delle pecore a fine carriera e creare nuove opportunità per gli allevatori sardi», ha spiegato Angelo Daga, della Daga Carni, azienda capofila di Incovi. Per il responsabile scientifico del progetto Dairy Chain, Alberto Stanislao Atzori, del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari: «Il settore ovino dovrebbe allinearsi agli approcci che si osservano in altre specie, quali il bovino o caprino, differenziando le politiche di settore, per promuovere da una parte le tecniche di gestione tipiche dei sistemi intensivi e dall’altra le tecniche di gestione dei sistemi multifunzionali, che oltre alla produzione di latte contribuiscono a fornire servizi ecosistemici particolarmente rilevanti per la qualità dei prodotti e la tutela del territorio e che svolgono importanti funzioni ecologiche e socio-economiche per il popolamento delle aree rurali della regione.>>
Un contributo in linea con gli obiettivi del convegno come ha spiegato Daniela Auzzas della CDR Italia, project manager del progetto Incovi.
«Trasformare una criticità in un’opportunità concreta per il territorio. Grazie a questa iniziativa, vogliamo creare – queste le sue parole – prodotti innovativi che valorizzino la carne ovina e promuovano la sostenibilità ambientale ed economica.»
Per Emiliano Attardi di CAO Formaggi, azienda partner del Progetto Dairy Chain, ci sono grandi margini di crescita del settore ovino così come per Antonello Cannas, docente del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, responsabile scientifico del Progetto Incovi, che ha presentato un decennio di dati sulla gestione dell’alimentazione negli allevamenti ovini sardi. Francesca Satta e Michela Cannas, della Università sassarese hanno illustrato le prove di alimentazione per l’ingrassamento di pecore di razza Sarda a fine carriera e le valutazioni sulla qualità delle carni e dei lavorati ottenuti. Dalle due relazioni è emerso che i risultati sono stati molto positivi. Infatti, con tecniche di alimentazione adeguate è stato possibile ingrassare, sostenendo costi ragionevoli, pecore Sarde a fine carriera ed ottenerne carni di qualità adatte per la produzione di hamburger ed arrosticini. Inoltre, i primi dati sull’incrocio industriale tra pecore Sarde e arieti da carne per la produzione di agnello da taglio IGP, mostrano una percentuale di fertilità vicina al 90%. Qualità da migliorare con l’alimentazione appunto, ambito di cui si è occupato anche Alberto Lelli, direttore dell’ambito amministrazione, finanza e controllo della Cooperativa Produttori Arborea, che ha sottolineato come «progetti come Incovi sono cruciali per la nostra cooperativa perché ci permettono di potenziare le nostre conoscenze in ambito mangimistico per il settore ovicaprino».
Alessandro Mazzette, direttore del Consorzio di tutela dell’agnello IGP di Sardegna e partener del progetto, ha evidenziato come negli ultimi anni, la carne ovina, in particolare l’agnello da latte IGP, ha raggiunto quotazioni elevate sul mercato grazie all’aumento della domanda e alla qualità intrinseca del prodotto, riconosciuta dai consumatori.
Antonio Caria