«La Regione ci chiede, entro il 12 settembre, di indicare le aree idonee e non per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Ci manda una scheda. Una semplice griglia.
Un povero amministratore, in poco tempo, in assenza di validi strumenti, di supporti efficaci, con un’azione speculativa attualmente in corso, dovrebbe ipotecare il proprio territorio, sotto pressione, senza tempo per ragionare.»
Lo scrive, su Facebook, il sindaco di Scano di Montiferro, Antonio Flore Motzo che parla di «un harakiri collettivo» e ribadisce «la non idoneità del proprio territorio ad ospitare, in questo frangente storico gravemente perturbato e condizionato da sinistri tentativi di speculazione, impianti di rinnovabili non voluti né richiesti dalla comunità locale».
«Esprimiamo – prosegue Antonio Flore Motzo – vibrata protesta contro l’approccio tecnocratico e perentorio della Regione che liquida una questione di vitale importanza – come la compromissione permanente della morfologia di tutta un’Isola – con la fredda e burocratica compilazione di una scheda, dove dei semplici amministratori, privi di personale, di risorse, di strumenti adeguati, spesso spaventati e sotto la pressione di un termine temporale iniquo e ravvicinatissimo, dovranno loro malgrado rendersi protagonisti dello scempio, indicando le aree destinate ad ospitare dei giganteschi ecomostri per la produzione di energia che non gioverà né sarà certamente a beneficio del nostro popolo.»
«II comune di Scano non si renderà partecipe di questo errore storico, di portata epocale, che richiama, nelle forme, nella sua intensità aggressiva, il grande disboscamento dell’Isola avvenuto tra 800 e ‘900, un dramma identitario ed ambientale che modifico inesorabilmente le trame più autentiche del nostro vivere associato, compromettendole per sempre – sottolinea Antonio Flore Motzo -. Non accetteremo, dunque, di piegarci a delle condizioni imposte, ratificando, sottoscrivendo un modello di sviluppo che non ci coinvolge se non in ultima battuta ma che ci chiede, nuovamente, di sottometterci e di stare muti.»
«Come Amministrazione vi chiediamo, ancora una volta, di impegnarvi fattivamente per chiedere a Roma una moratoria nazionale sulle rinnovabili, interessando le comunità locali nella stesura di un piano energetico che le possa condurre, in maniera compartecipata e non eterodiretta ad una transizione voluta e pensata dai sardi. È il tempo del coraggio», conclude il primo cittadino di Scano di Montiferro.
Antonio Caria