Una dotazione di 25 milioni di euro annui per i prossimi tre anni per l’istituzione di un credito di imposta del 50% per la produzione e l’autoconsumo di energie rinnovabili. È la proposta della Cna Sardegna, contenuta in una lettera indirizzata al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e all’assessore alla Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio Giuseppe Fasolino.
«L’eccezionale incremento dei costi energetici, dovuto alla particolare congiuntura internazionale, sta mettendo a dura prova il bilancio di famiglie e imprese», scrivono il presidente dell’associazione artigiana Luigi Tomasi ed il segretario regionale Francesco Porcu.
In una recente indagine condotta dalla Confederazione è emerso che a cavallo tra il 2021 e il 2022 l’aumento dei costi energetici ha già ridotto significativamente gli utili aziendali per quasi un’impresa su due. In alcuni comparti, le attività cosiddette energivore, cioè quelle a forte consumo di energia elettrica e gas, l’andamento dei costi può diventare davvero insostenibile, mettendo a rischio una quota importante dell’economia regionale. CNA ha calcolato che in Sardegna, sono oltre 700 le aziende ad alto contenuto energetico che a causa dei rincari rischiano di dover chiudere i battenti e con loro rischiano la perdita del posto di lavoro oltre 5.000 addetti.
«Purtroppo, il caro energia e gli effetti drammatici sulle imprese è una prospettiva che ci accompagnerà per lungo tempo, prosciugando la liquidità delle aziende, mettendone a rischio la competitività e la sostenibilità aziendale – scrivono Luigi Tomasi e Francesco Porcu -. Nello scenario attuale la CNA pensa che una politica di sostegno allo sviluppo dei piccoli impianti di autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, attraverso una modalità che non consumi suolo, sia una delle opzioni più intelligenti ed efficaci da perseguire per mitigare in maniera strutturale e nel medio-lungo periodo, gli effetti prodotti dal caro energia.»
La proposta della Cna Sardegna è quella di istituire per un triennio un credito di imposta del 50% per le spese sostenute dalle imprese per gli investimenti di impianti fotovoltaici da installare sui capannoni industriali e artigianali che – in base alle proiezioni – produrrebbe ricadute ed effetti straordinari sul sistema delle imprese, migliorandone la competitività, rilancerebbe l’occupazione anche alle nuove attività indotte create, agirebbe sulla riduzione dei consumi totali.
Secondo l’associazione artigiana con una spesa pubblica di circa 72 milioni di euro, si consentirebbe a 1.500 imprese di dimensionare – sul tetto del proprio capannone – un impianto fotovoltaico di 48 kW, che abbatterebbe il consumo per ogni azienda del 22%; si incrementerebbe del 7,5% la produzione complessiva da fotovoltaico in tutta la regione, mentre sarebbe del 4,5% il risparmio energetico per tutto il settore manifatturiero regionale.
Da qui la richiesta di inserire nella prossima manovra finanziaria una dotazione di 25 milioni di euro annui per i prossimi tre anni per l’istituzione di un credito di imposta del 50% per la produzione e l’autoconsumo di energie rinnovabili.