Italia Nostra Sardegna, Unione Sindacale di Base Sardegna e Cobas Cagliari hanno partecipato al vertice del Mise sulla decarbonizzazione.
«In mattinata abbiamo partecipato al tavolo tecnico presso la Direzione Generale per l’Approvvigionamento, l’Efficienza e la Competitività Energetica del ministero dello Sviluppo economico. Motivo dell’incontro confrontarsi su modalità e tempi per la fuoriuscita dal carbone in Sardegna, il cosidetto phase out, entro il termine perentorio del 2025 come stabilito dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) – si legge in una nota -. La nostra partecipazione è stata anticipata con la presentazione di un documento dal significativo titolo “Sardegna zero CO2 – phase out 2025” col quale si è inteso dimostrare la concreta possibilità per la Sardegna di conseguire l’obiettivo previsto dalla Strategia Energetica Nazionale 2017 di chiusura entro il 2025 degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati col carbone, senza approvvigionamento dell’energia elettrica.»
«Nel corso della riunione abbiamo avuto modo di illustrare la nostra ipotesi di chiusura delle centrali basata essenzialmente su scelte energetiche ecocompatibili ed alternative: efficientamento, risparmio, energie rinnovabili, autoproduzione, accumuli energetici, impianti di pompaggio idroelettrico, elettrodotto triterminale, etc… – aggiungono Italia Nostra Sardegna, Unione Sindacale di Base Sardegna e Cobas Cagliari -. Sono state inoltre riconfermate le ragioni che inducono ad opporsi a progetti di infrastrutturazione antieconomici ed obsoleti quali quelli di metanizzazione dell’Isola, evidenziando nel contempo l’assenza di una programmazione economica che possa giustificare millantati risparmi sulla bolletta energetica per i cittadini, realmente perseguibili se di converso vengano attivati percorsi di smart policy. A tal proposito, il ministero dell’Ambiente ha ricordato che non esiste ad oggi nessun decreto di autorizzazione della dorsale del metano firmato dal ministero e che un’eventuale autorizzazione ambientale non significa che un’opera debba essere realizzata, soprattutto, perché essa deve essere compatibile prioritariamente con una scelta strategica. Pertanto, le dichiarazioni relative ad un possibile inizio lavori a breve della dorsale, sarebbero da ritenersi non veritiere e passibili di denuncia.»
«Lo stesso gestore della rete elettrica nazionale (TERNA) ha garantito la possibilità tecnica del phase out dal carbone al 2025 grazie alla sostituzione del cavo SACOI ed al progetto del cavo triterminale previsto e finanziato dal Piano decennale di sviluppo 2030. Terna conferma quindi le nostre valutazioni tecniche relative alla capacità di generazione da FER che auspichiamo possa attuarsi secondo indirizzi ecocompatibili e privilegiando l’autoproduzione e l’efficienza energetica.
È quindi necessario ripensare la programmazione industriale della Sardegna, il progetto di metanizzazione e adeguare la rete elettrica alle nuove produzioni energetiche. Si tratta di soluzioni alternative e sostenibili rispetto a quelle avanzate da Governo Regionale, Confindustria e Sindacati Confederali, tutte convergenti nell’ostinarsi a voler proseguire la fallimentare politica industriale che ha distrutto l’ambiente, l’economia e la salute dei cittadini.»
«Il tavolo tecnico – concludono aggiungono Italia Nostra Sardegna, Unione Sindacale di Base Sardegna e Cobas Cagliari – si è chiuso con l’auspicio che l’obiettivo previsto dalla Strategia Energetica Nazionale 2017 di chiusura entro il 2025 delle centrali a carbone possa essere agevolmente raggiunto anche attraverso un percorso condiviso.»