«Il messaggio è chiarissimo: no alla speculazione energetica, sì alle rinnovabili. Il disegno di legge che dobbiamo approvare in queste ore in Aula ha bisogno di una visione quanto più chiara e condivisa: non siamo qui per approvare il piano energetico regionale, al quale lavoreremo successivamente, ora e nell’immediato abbiamo la necessità e l’obbligo morale di coprire un vuoto normativo che ha generato una situazione di grave preoccupazione all’interno delle comunità, soprattutto quelle dei territori maggiormente coinvolti. Sono stati presentati troppi progetti, dei quali non si conoscono bene né l’origine né le finalità, che hanno fatto percepire un grave rischio e pericolo per il nostro ambiente e paesaggio, e per il concetto di speculazione energetica di cui tanto abbiamo discusso in queste settimane.»
Lo scrive, in una nota, Paola Casula, consigliera regionale del gruppo Sinistra Futura.
«Davanti a un momento di così grande tensione sociale, confusione, e vuoto normativo, siamo dunque chiamati a lavorare e informare i cittadini e le cittadine sulle soluzioni reali che sono attualmente percorribili e attuabili.
Dobbiamo avviare un percorso che miri a una transizione energetica e a un orientamento produttivo che sia diverso da quello che abbiamo ereditato, che rispetti l’ambiente e il paesaggio isolano – aggiunge Paola Casula -. Per fare questo è necessario bloccare tutti i percorsi autorizzativi in corso e ragionare insieme – Consiglio e Giunta regionale – per individuare dove e come avviare questo progetto di transizione energetica. Siamo al primo grande passo: in tema di urbanistica e tutela del paesaggio coraggiosamente questo Consiglio regionale esercita la propria autonomia e dice che rispetto alle aree non idonee la Sardegna ha la sua idea. Ovvero: serve un percorso ordinato di sviluppo energetico e contemporaneamente di tutela dell’ambiente. Oggi mettiamo in sicurezza la Sardegna e mettiamo in chiaro quali siano le aree non idonee.»
«Il decreto sulle aree idonee è la seconda grande sfida: dobbiamo scegliere dove e come e che tipo di energia sia migliore in base alle zone. E’ un lavoro che siamo coraggiosamente chiamati a fare ed è un progetto che adotteremo. Il piano paesaggistico regionale ci chiede infatti di disciplinare, e non di vincolare lo sviluppo dei nostri territori. Le rinnovabili sono una grande opportunità per l’isola ma dobbiamo governare bene il processo affinché non si creino situazioni irreversibili per il paesaggio», conclude Paola Casula.
Dobbiamo avviare un percorso che miri a una transizione energetica e a un orientamento produttivo che sia diverso da quello che abbiamo ereditato, che rispetti l’ambiente e il paesaggio isolano – aggiunge Paola Casula -. Per fare questo è necessario bloccare tutti i percorsi autorizzativi in corso e ragionare insieme – Consiglio e Giunta regionale – per individuare dove e come avviare questo progetto di transizione energetica. Siamo al primo grande passo: in tema di urbanistica e tutela del paesaggio coraggiosamente questo Consiglio regionale esercita la propria autonomia e dice che rispetto alle aree non idonee la Sardegna ha la sua idea. Ovvero: serve un percorso ordinato di sviluppo energetico e contemporaneamente di tutela dell’ambiente. Oggi mettiamo in sicurezza la Sardegna e mettiamo in chiaro quali siano le aree non idonee.»
«Il decreto sulle aree idonee è la seconda grande sfida: dobbiamo scegliere dove e come e che tipo di energia sia migliore in base alle zone. E’ un lavoro che siamo coraggiosamente chiamati a fare ed è un progetto che adotteremo. Il piano paesaggistico regionale ci chiede infatti di disciplinare, e non di vincolare lo sviluppo dei nostri territori. Le rinnovabili sono una grande opportunità per l’isola ma dobbiamo governare bene il processo affinché non si creino situazioni irreversibili per il paesaggio», conclude Paola Casula.