«E’ positivo che la Regione abbia convocato la Cabina di regia politico-istituzionale per l’aggiornamento del Piano Energetico Ambientale regionale PEARS. In un momento cruciale per il futuro energetico della Sardegna, la Cisl ha ribadito alla Presidente la propria posizione a favore di una transizione energetica giusta ed equilibrata, capace di coniugare la necessità di sviluppo sostenibile con la tutela del nostro prezioso territorio.»
Lo ha detto il segretario generale Pier Luigi Ledda, con rifermento all’incontro di ieri sera con la presidente della Regione e l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani.
«La Sardegna – sottolinea il leader della Cisl sarda – non può permettersi di rinunciare alla transizione energetica, un processo indispensabile per garantire la sicurezza energetica e rilanciare lo sviluppo economico e occupazionale dell’isola. Tuttavia, siamo consapevoli che questo processo deve avvenire nel pieno rispetto delle peculiarità del nostro territorio e delle comunità locali, che devono essere coinvolte attivamente nelle decisioni.»
La Cisl ha ribadito, durante l’incontro, l’importanza di un quadro normativo chiaro e coerente, che consenta alla regione di pianificare e gestire in modo autonomo il proprio mix energetico, definendo politiche che rispettino le esigenze del territorio e garantiscano la sostenibilità ambientale. Uno dei punti chiave proposti «è l’elaborazione di una politica industriale che incoraggi l’efficienza energetica e l’autoconsumo, sfruttando le opportunità offerte dal Green Deal europeo. L’assenza di una politica industriale chiara rischia di compromettere la competitività delle imprese locali e la loro capacità di adattarsi alla transizione energetica. È imperativo – secondo Pier Luigi Ledda – che la Sardegna adotti un approccio integrato che promuova lo sviluppo industriale, la metanizzazione e l’espansione delle energie rinnovabili, mantenendo al centro le esigenze delle comunità locali».
Nello stesso tempo, «non possiamo permettere che la devastazione del territorio prosegua, né bloccare la transizione energetica perché questo significherebbe compromettere il futuro dell’isola. Dobbiamo introdurre misure che garantiscano una distribuzione equa dei benefici economici derivanti dalle energie rinnovabili, riconoscendo vento e sole come beni pubblici da cui le comunità locali devono trarre vantaggio diretto».
Per la Cisl «i progetti energetici attualmente in campo non coinvolgono adeguatamente le comunità locali, limitando la loro partecipazione ai benefici economici. Servono modelli che includano cittadini e amministrazioni locali nella proprietà degli impianti, garantendo una distribuzione equa dei profitti».