Un sorprendente impianto candidamente luminoso, “sorto” come un fungo alle prime piogge, è apparso nella piana di Ottana. L’ho notato ieri pomeriggio dalla veranda di casa, a Illorai; dunque, visibile nitidamente per decine di chilometri e da diversi paesi del Goceano e del Marghine. Si tratta di un immenso hangar che si adagia, irriverente della cattedrale chimica morta e sepolta, per una distesa di ben 5 ettari.
È legittimo chiedersi se l’area industriale sia mai stata bonificata preventivamente, nonostante l’attuale rivoluzione energetica che si vuol etichettare di qualità, anche in considerazione del disastroso impatto ambientale-sanitario già subito, da cause industriali, nella Media Valle del Tirso e di mortalità per tumori nelle aree comunali di Bono, Illorai e Ottana.
Quello che appare è una mostruosa batteria, unica al mondo e funzionante con anidride carbonica, capace di accogliere 20 megawatt. Naturalmente l’energia elettrica da stoccare sarà di provenienza da fonti rinnovabili!
Realizzazione decantata dai progettisti come “il primo impianto capace di rendere l’energia rinnovabile, dispacciabile e disponibile 24 ore su 24”. L’opera realizzata da Energy Dome di Milano, segue l’impianto pilota da 2,5 megawatt inaugurato a metà dicembre del 2022 e presentato come soluzione rivoluzionaria. All’inaugurazione di due anni fa avevano partecipato, secondo l’informazione ufficiale, lo staff di Energy Dome e di Ottana Energia ed esponenti politici locali (i sindaci di Ottana, Bolotana, Noragugume e Borore), il commissario della Provincia e il presidente del consorzio industriale.
Attendiamo sviluppi e di capire…..
Cristoforo Puddu