Le segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL e i rappresentanti delle diverse associazioni di categoria (Confindustria, Confcommercio, Copnfagricoltura, Cia, Confesercenti, Confcooperative, Cna, Coldiretti e Confapi), hanno chiesto l’attivazione di un tavolo di confronto l commissario straordinario della provincia di Sassari, Pietrino Fois, tra Istituzioni e Parti sociali, per il rilancio del territorio.
«Le scriviamo per invitarla a valutare l’opportunità di promuovere urgentemente un tavolo di confronto utile a favorire l’adozione di una strategia comune e delle conseguenti decisioni che guardino al rilancio del territorio nell’immediato e nel prossimo futuro, all’interno di un percorso di condivisione con la più ampia partecipazione possibile – si legge in una nota -. La pandemia da Covid-19 ha segnato profondamente anche la nostra comunità determinando una serie di emergenze i cui effetti si manifesteranno nel tempo. Oggi più che mai abbiamo bisogno, anche nel nostro territorio, di unità, di coesione, di solidarietà per affrontare la fase difficile di una nuova “ricostruzione” nella consapevolezza peraltro che, dopo questa fase di emergenza sanitaria, nulla sarà più come prima.»
«Nella provincia di Sassari queste emergenze (sanitaria, sociale, economica) aggiungono un pesante fardello a un tessuto sociale ed economico già duramente provato. In questi anni abbiamo assistito al ridimensionamento o alla chiusura di centinaia di aziende, alla costante diminuzione della forza lavoro, spesso precaria e stagionale, ad un’ampia disoccupazione, in particolare giovanile, alla presenza di redditi medio-bassi, alla riduzione demografica, all’emigrazione dei giovani laureati e diplomati, all’abbandono e alla dispersione scolastica, allo spopolamento delle aree interne e dei comuni minori. Condizioni che nel nostro territorio la crisi accrescerà esponenzialmente – si legge ancora nella nota -. In sostanza facciamo i conti con un lungo elenco di nodi irrisolti e con un livello inadeguato di infrastrutture, materiali e immateriali, che penalizzano, oltremisura, la nostra capacità competitiva e la cui soluzione è indispensabile per il rilancio anche del nostro territorio. Occorre agire, mettere in campo progettualità, capacità nella programmazione e realizzazione dello sviluppo (contenuti, tempi e modalità attuative, efficienza ed efficacia degli interventi, ruolo della burocrazia), unitamente a politiche delle risorse umane, della formazione e dell’istruzione, a politiche di settore e territoriali (socio-assistenziale-sanitario, edilizia, chimica verde, ZES e area di crisi complessa, commercio, credito, innovazione digitale, beni culturali, sviluppo aree interne e agroalimentare). Ed occorre intervenire per rimuovere i vincoli che condizionano la competitività: fisco, trasporti e mobilità (quindi del peso dell’insularità) infrastrutture materiali e immateriali, energia e metano, accesso al credito, pubblica amministrazione, scuola e formazione.»
«In questa prospettiva occorre agire quanto prima. Occorre mettere allo stesso tavolo, anche in questo territorio, Istituzioni, Sindacato, Imprese, per stabilire come ripartire e con quali strumenti, tenendo conto delle risorse che può mettere a disposizione l’UE, lo Stato e la Regione Sardegna. In questo senso occorre ripensare il nostro modello dei servizi, dei trasporti pubblici. I tempi e lo stile della nostra vita. Abbiamo bisogno di riorganizzare opportunamente il lavoro e di cambiare anche i turni e gli orari. E soprattutto occorre uno sforzo straordinario dello Stato e della Regione che deve puntare a grandi investimenti pubblici per salvare i territori e l’occupazione. In questo quadro è indispensabile garantire concretamente e tempestivamente la liquidità alle imprese, gli ammortizzatori sociali, rilanciare il sistema sanitario. Oggi è davvero il momento di sbloccare tutti i cantieri, far partire una grande modernizzazione del Paese come del territorio, nel settore delle infrastrutture materiali e immateriali, nella scuola, nella ricerca, nel digitale, nella formazione delle nuove competenze, nell’innovazione, nella tutela del territorio, dell’ambiente, dei beni culturali – concludono i proponenti -. Le manifestiamo sin da ora il nostro interesse, disponibilità e impegno a dare il nostro contributo costruttivo.»