361 comuni sardi su 377 esclusi dai fondi nazionali per la rigenerazione urbana. Lo denunciano i consiglieri regionali del gruppo UDC Cambiamo! Antonello Peru e Giorgio Oppi che protestano per la decisione del Governo e sull’argomento hanno presentato un’interrogazione urgente in Consiglio regionale.
«Il fondo per la rigenerazione urbana – scrivono i due consiglieri regionali – era stato inserito e approvato nella legge di bilancio votata dal Parlamento. In tutto 8,5 miliardi di euro stanziati da qui al 2034 per interventi mirati al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale delle città italiane. L’indicazione del Parlamento era chiara, a quei fondi avrebbero dovuto accedere tutti i comuni italiani. Il Consiglio dei Ministri però a gennaio ha deciso di limitare di molto la platea dei beneficiari consentendo l’accesso al fondo solo ai comuni con più di 15 mila abitanti. In pratica il 91% dei Comuni italiani è stato escluso.»
«Questo significa che in Sardegna potranno usufruire del finanziamento solo 16 comuni su 377 – aggiungono Antonello Peru e Giorgio Oppi -. La nostra Regione viene penalizzata in maniera grave da una scelta del Governo che appare totalmente ingiustificata. Questo perché spesso sono proprio i comuni di minori dimensioni a necessitare di interventi di rigenerazione urbana. Ricordiamo che per il 2021 sono stati messi a disposizione in tutto 150 milioni di euro, che saliranno a 250 milioni nel 2022, a 550 milioni nel 2023 e nel 2024 e a 700 milioni di euro per tutti gli anni fino al 2034. Una quantità di risorse importanti a cui potrà accedere un numero davvero esiguo di Comuni in Italia ed in Sardegna.»
«Abbiamo, dunque, deciso di portare questa problematica all’attenzione del presidente della Giunta regionale con un’interrogazione perché intervenga nei confronti del Governo. È una decisione – concludono Antonello Peru e Giorgio Oppi – che deve essere rivista e rimodulata sulla base di quanto disposto con la legge di bilancio, allargando la platea dei beneficiari a tutti i Comuni italiani e dunque anche a tutti quelli sardi.»