«Il mio mandato da sindaco volge al termine. Sono stati dieci anni intensi, nei quali ho cercato di rendere un servizio adeguato alle attese della nostra comunità, attese sedimentate da tempo, da troppo tempo, da quando Baunei appariva agli occhi dei più, pur con benevolenza, come un paese “sbagliato”. Baunei oggi è diventato un paese giusto – come già ebbi modo di definirlo – ed è tale non per merito di pochi ma per merito di tutti.»
Lo scrive il sindaco di Baunei Salvatore Corrias, che aggiunge: «Noi, in questi ultimi anni, ci abbiamo messo passione e dedizione, ingredienti senza i quali ogni azione politica sarebbe inutile e vana. Perché inutile e vano è l’operato di un’amministrazione che non fa dell’ascolto e della condivisione i presupposti per un buon governo, che è tale, infine, solo se c’è una buona comunità. E la nostra è una buona comunità, che ha saputo cogliere i segni del tempo, mettendo finalmente a valore quella grande bellezza che la natura, così generosamente, e la storia, la nostra storia, ci hanno messo a disposizione. Una comunità che vive, come poche in Sardegna, una rinascenza fatta di nuovi slanci e rinnovate energie, di pratiche virtuose che, come semi sul terreno buono, stanno portando i loro frutti».
«Noi abbiamo iniziato a dissodare questa terra, tracciando un solco che porterà nuovi frutti. Perché questo è solo l’inizio – prosegue Salvatore Corrias -. Saremmo stolti e presuntuosi, infatti, se credessimo di aver raggiunto un traguardo. Il nostro, piuttosto, è un ottimo punto di partenza, dal quale non si può e non si deve tornare indietro. Noi, come amministratori, abbiamo cercato di sostenere questo percorso, promuovendo e praticando ogni azione che potesse incoraggiare tutti, nessuno escluso, a far bene per sé e per gli altri, in un’ottica necessaria di partecipazione democratica, dentro la giusta visione del domani.»
«Di questo – conclude Salvatore Corrias – abbiamo bisogno, e lo dico, soprattutto, ai giovani, di guardare con fiducia al domani, di programmare il nostro futuro con saggezza, mettendoci anima e corpo. Sapendo che in comune, questa nostra bella comunità, ha un grande futuro, un futuro roseo, un futuro di nuove rinascenze. Io ci sarò, in altra veste, a disposizione vostra e della nostra terra, consapevole della necessità di continuare ad ascoltare, a proporre, a sostenere e, infine, ad esserci, ad esserci sempre. Vi saluto, dunque, care concittadine e cari concittadini, scusandomi per tutte le volte in cui non ho saputo cogliere sino in fondo i vostri bisogni, per tutte le volte in cui non ho saputo farmi carico dei vostri affanni, per tutte le volte in cui non ho saputo ascoltare la vostra voce.»
Antonio Caria