Con delibera del 6 novembre il comune di Cagliari ha dato il via all’attivazione del Laboratorio per il recupero del Centro storico, un ufficio tecnico amministrativo che opererà in collaborazione con gli Ordini professionali e l’Università, utile ad accompagnare e assistere cittadini, imprenditori e liberi professionisti che vogliano realizzare interventi in centro storico e che si affianca al già esistente Osservatorio per l’Edilizia privata.
«Non possiamo che esserne felici, ma possiamo contare, e chiediamo al Sindaco di attivare, un altro importantissimo strumento previsto nel Regolamento edilizio al capo IV, la Commissione comunale per la Qualità architettonica e del Paesaggio – spiega la presidente dell’Ordine degli Architetti della Città Metropolitana di Cagliari e della provincia del Sud Sardegna, Teresa De Montis –. È fondamentale che questi tre strumenti partano assieme, e in questo momento, per ricercare velocità burocratica, qualità negli interventi e collaborazione tra le parti.»
La prima seduta operativa dell’Osservatorio si è tenuta lunedì scorso, 23 novembre. Qui l’attenzione degli architetti si è concentrata sulla necessità di dar seguito agli obiettivi posti dall’Agenda Europa 2030, in particolare a quello che stabilisce di adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze, che incentiva e promuove le riqualificazioni sostenibili attraverso l’uso, ad esempio, di pareti e coperture verdi.
«Spesso i regolamenti edilizi contengono norme che disincentivano o comunque ostacolano fortemente il raggiungimento di quegli obiettivi – prosegue Teresa De Montis -. A titolo di esempio, a Cagliari nonostante più del 30% delle coperture siano piane e non utilizzate, le coperture verdi non riescono a trovare posto sopra le guaine catramate. A Bolzano, con tetti per lo più spioventi ed un clima non favorevole, questo tipo di intervento che in teoria sarebbe più difficile, è stato fatto su ben 200mila mq – precisa – . Non è che i cittadini cagliaritani non capiscano l’importanza di portare il verde in ambito cittadino e il valore di questo tipo di coperture, ma le norme concepite senza le attuali conoscenze e una ritrovata consapevolezza rendono complicatissime le trasformazioni e scoraggiano. In questo quadro di necessario rinnovamento e di collaborazione fattiva è fondamentale che accanto al Laboratorio per il centro storico e all’Osservatorio comunale per l’edilizia privata, venga istituita anche la Commissione comunale per la qualità architettonica e del paesaggio.»
Si tratta di un organo consultivo composto da 5 esperti, che ha il compito di esprimersi sul rilascio dei provvedimenti comunali in materia di beni paesaggistici, sugli interventi edilizi sottoposti a Scia e sul permesso di costruire negli edifici di valore storico-architettonico e culturale.
«Il progetto urbano, architettonico, paesaggistico non può limitarsi alla deferenza del passato, ma deve altresì instaurare un dialogo costruttivo ed evolutivo con esso, affermando non la possibilità, ma il dovere della contemporaneità linguistica, tecnica e tecnologica – aggiunge Mario Cubeddu, referente per l’Ordine -. Un simile approccio critico non è limitato agli interventi di scala più importante, ma si estende alla moltitudine di micro-interventi che costituiscono la vera scala della trasformazione del tessuto urbano ed edilizio; sono questi ultimi a contribuire in maniera rilevante alla trasformazione qualitativa della città.»