Il Consiglio regionale ha approvato i primi 13 articoli del testo unificato per la riforma dell’assetto territoriale della Regione. La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con l’art. 5 del Testo unificato di riforma delle Autonomie locali e gli emendamenti collegati.
Sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha nuovamente sollecitato la convocazione della commissione Sanità sulla campagna vaccinale, alla presenza dell’assessore.
Inoltre ha segnalato che il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per lo slittamento delle amministrative e la Sardegna, pur non essendo vincolata, deve pronunciarsi perché la motivazione dello slittamento riguarda la pandemia.
Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi si è associato alla richiesta anche perché, ha ricordato, si sta verificando la “deportazione” di aliquote di personale senza giustificati motivi.
Il presidente Domenico Gallus, presidente della commissione, ha confermato la convocazione della commissione nei prossimi giorni.
Il consigliere della Lega Michele Ennas, prendendo la parola sull’art. 5 del Testo unificato sulle Province, ha ribadito la posizione favorevole della Lega sull’argomento, perché è necessario ripristinare la funzionalità degli enti intermedi in Sardegna nel rispetto delle vocazioni naturali dei diversi territori; una riforma necessaria, dunque, per consentire ai nuovi enti di dare risposte ai cittadini, soprattutto in materia di programmazione territoriale e con riferimento particolare al Sulcis Iglesiente, da tempo privo di autorevole rappresentanza politica. L’esperienza della provincia del Sud Sardegna infatti, ha concluso Michele Ennas, è stata per il Sulcis quanto mai negativa, ed ora bisogna voltare pagina.
Il consigliere del Pd Salvatore Corrias ha riconfermato a nome del suo gruppo che, per quanto riguarda l’Ogliastra, si tratta di una riforma urgente a favore di un territorio rimasto “orfano” (come altri) dal punto di vista istituzionale e politico, che invece grazie alla nuova configurazione dell’ente consentirà di svolgere, fra l’altro, un lavoro molto utile per i Comuni, tematica che deve essere fatta propria da tutti come segno di sensibilità ed attenzione verso le zone più deboli della Regione. La Sardegna cosiddetta “minore” ha proseguito Corrias, vuole “fare sistema” tornando ad una funzione centrale al servizio delle comunità, non solo nella sua azione di governo ma anche dal punto di vista istituzionale tornando quando prima ad elezioni di primo livello. E’auspicabile, perciò, ha concluso, che già a partire dalla prossima finanziaria vengano stanziate le risorse necessarie per mettere i nuovi enti nelle migliori condizioni di lavorare.
Sempre per il Pd il consigliere Giuseppe Meloni ha espresso una valutazione positiva sull’articolo che ricalca la sua proposta di legge presentata nel 2019 per l’istituzione della Provincia Gallura o Nord est, secondo la denominazione che è stata scelta. Una scelta non solo terminologica, ha osservato, che testimonia sia la volontà di cambiamento che quella, non meno importante, di aprire una pagina più ampia di decentramento amministrativo, un “inizio” che tiene conto di ciò che è stato ma si nutre anche di idee e proposte innovative e più avanzate. Come raccomandazione, Giuseppe Meloni si è augurato che tutta la classe dirigente faccia un passo avanti, per dimostrare con i fatti, cominciando con l’attivazione di uffici pubblici “di prossimità”, che le Province servono e possono dare tanto allo sviluppo dei territori.
Il presidente, dopo ripetuti richiami all’Aula a mantenere un atteggiamento di compostezza, evitando di disturbare lo svolgimento degli interventi, ha sospeso brevemente la seduta.
Alla ripresa dei lavori, il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha rilanciato il tema delle preoccupazioni per una riforma che rischia di esaurirsi in una “facciata” istituzionale, dopo una lunga stagione di impoverimento delle politiche territoriali. Sotto questo profilo, ha esortato Massimo Zedda, bisogna partire col piede giusto, cioè con l’elezione diretta dei nuovi enti che attualmente non è prevista dalla legge e presuppone perciò un percorso lungo. Sarebbe sbagliato però, secondo Massimo Zedda, nascondersi dietro questa difficoltà per prolungare “sine die” i commissariamenti. Inoltre, i nuovi enti devono avere strumenti concreti per funzionare e in questo ambito non è un buon segnale umentare il personale del vertice politico della Regione anziché, appunto, quello degli enti decentrati.
Rosella Pinna, del Pd, ha incentrato il suo intervento sull’esperienza dell’ex provincia del Medio Campidano per sostenere che alcune parti della legge non la convincono. In particolare, ha spiegato Rossella Pinna, per un territorio così debole e dimenticato non si vedono azioni forti, funzioni, servizi e risorse, e nemmeno il tentativo di restituire una speranza a quelle comunità. La riforma insomma, ha sintetizzato l’esponente del Pd, non ha cuore e non fa chiarezza neppure sulle Unioni dei Comuni; forse potrebbe essere solo la prima parte di una riforma e c’è il pericolo che i cittadini abbiamo proprio la percezione negativa di un cambiamento che lascia le cose come stavano.
Ancora per i Progressisti, il consigliere Antonio Piu ha detto che, senza enti intermedi, i Comuni non riescono ad incidere positivamente sullo sviluppo dei territori ma è anche vero che le Province da sole non bastavano; serve un nuovo confronto con la Regione su materie fondamentali come casa, viabilità, scuola, innovazione ed ambiente. I cittadini hanno bisogno di tante risposte ed è vero che la politica degli ultimi anni “ha ceduto il passo” perdendo buona parte della fiducia dei cittadini.
Per cui, ha terminato, se si vuole non ritornare al passato ma guardare al futuro la vera scommessa, è quella di un nuovo rapporto fra Province e Regione.
Parlando a nome di Leu, il consigliere Eugenio Lai si è soffermato sul fatto che pensare alla Province significa restituire alle comunità la “forza” democratica dell’elezione diretta perché i cittadini vogliono non solo essere rappresentanti meglio ma, soprattutto, da chi conosce e vive quotidianamente la realtà dei territori. Nello stesso tempo, ha continuato, va rafforzata l’attenzione sulle realtà marginali della Regione, trascurate a favore dei grandi poli metropolitani; ai nuovi enti vanno dunque assegnate le risorse necessarie.
I capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, ripercorrendo la sua precedente esperienza di presidente della commissione che nella passata legislatura si è occupata di Enti locali, ha ricordato le torsioni della politica che allora, chiedeva a gran voce l’abolizione delle Province ed uno schema semplificato formato da Regione e Comuni. Da allora una lunga e contraddittoria fase di transizione, ha aggiunto, che non ha prodotto risultati positivi ed è complicato prevedere oggi un’ennesima transizione che non ha premesse incoraggianti anche perché, in concreto, all’appello mancano oggi non meno 80 milioni di euro. Sono favorevole al decentramento, ha assicurato Agus, ma senza dimenticare che costa, ha concluso, e che bisogna essere chiari sulle funzioni attribuire:chi ci crede si faccia sentire, se ha argomenti.
Successivamente, il Consiglio ha approvato l’art.5 (Elenco delle nuove circoscrizioni territoriali),rinviando l’art.6 (Nomina del direttore generale) a fine seduta.
A seguire è stato approvato l’art.7 (Accertamento della volontà dei territori interessati) come sostituito dall’emendamento n. 32 (Peru e più).
Il consigliere Roberto Deriu, Pd, ha messo in luce il contributo positivo del suo gruppo sia all’articolo che all’emendamento che, per la prima volta, dà attuazione all’art. 43 dello Statuto.
Subito dopo, sono stati approvati gli articoli 8 (Unioni di Province), 9 (Oggetto e finalità, modifica della legge regionale 2/2016), 10 (Definizioni), 11 (Politiche regionali), 12 (Ambiti territoriali strategici e programmazione regionale).In occasione della discussione sull’art 13 (Unioni di Comuni) il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta.
Alla ripresa dei lavori il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha chiesto la votazione segreta per l’emendamento n. 27 (Gallus e più) mentre il consigliere dei Progressisti, Gianfranco Satta è intervenuto in sede di discussione generale sul contenuto dell’articolo 13 per chiedere a gran voce che non siano soppresse le unioni dei comuni nei territori del sassarese e del cagliaritano interessati, rispettivamente dall’istituenda città metropolitana e dall’allargamento della città metropolitana già esistente. Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha raccolto l’invito alla riflessione sul tema ed ha preannunciato la sua contrarietà a mantenere in piedi «le unioni dei comuni che non stanno funzionando». Di parere opposto il capogruppo dei Progressisti, Gianfranco Agus, mentre il relatore di maggioranza, Antonello Peru (Udc-Cambiamo), ha ricordato la precedente disposizione della legge 2 del 2016.
«Sì – ha puntualizzato il capogruppo Pd Gianfranco Ganau – ma la città metropolitana diCagliari era in forma in compatta mentre con la nuova norma le città metropolitana sono estese quanto l’intera provincia ed è dunque opportuno assicurare le funzioni alle unioni dei comuni».
Il consigliere Eugenio Lai (Leu) ha rilanciato l’invito ad approfondire l’argomento mentre Fausto Piga (FDI) ha ricordato che «Settimo San Pietro sta nella città metropolitana e fa parte anche di un’unione di comuni». Dopo un nuovo invito alla sospensione da parte del consigliere del Pd Piero Comandini, il presidente del Consiglio Michele Pais ha sospeso i lavori.
Alla ripresa il consigliere dei Progressisti, Massimo Zedda, ha sottolineato che «in realtà l’eliminazione delle unioni dei comuni è già stata votata negli articoli che hanno preceduto l’articolo 13» e la consigliera Pd, Rossella Pinna, ha richiamato l’opportunità di ulteriori valutazioni, seguita da Piero Comandini (Pd), Loi (Progressisti) e Gianfranco Satta (Progressisti).
Il presidente Pais ha quindi precisato che il provvedimento in discussione non pone in discussione le funzioni comunali delle unioni mentre elimina quelle del livello provinciale. Il presidente della commissione Autonomia, Pierluigi Saiu (Lega) ha confermato la puntualizzazione fatta da Michele Pais ed ha aggiunto che il successivo articolo 24 specifica le modalità della transizione delle funzioni dalle unioni dei comuni alla città metropolitana. Sono intervenuti per dichiarazione di voto favorevole sull’articolo 13 i consiglieri Fausto Piga (FDI) ed Antonello Peru (Udc-Cambiamo) mentre il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha chiesto lumi sulle notizie di agenzia circa lo slittamento delle elezioni amministrative anche in Sardegna. L’assessore degli Enti Locali, Quirico Sanna, ha confermato la presentazione di un emendamento per il voto in autunno nei 101 centri dell’isola interessati dal rinnovo di sindaci e consigli.
Posto in votazione è stato approvato l’articolo 13 e successivamente con votazione a scrutinio segreto (51 presenti, 1 astenuto, 25 sì e 26 no) l’Aula ha respinto l’emendamento aggiuntivo n. 27.
Gallus e più. Il presidente ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha comunicato la convocazione dell’Assemblea per domani (mercoledì 10 marzo) alle 10.30.