«Spendere tanti soldi pubblici, almeno 650.000 euro per ora, che potrebbero lievitare fino ai 730.000 come nel 2023, per organizzare il concerto di Capodanno a Cagliari non solo non è necessario, ma è soprattutto inopportuno.»
Lo afferma Marzia Cilloccu, consigliera comunale e capogruppo a Cagliari per Orizzonte Comune. «Si possono organizzare i festeggiamenti per San Silvestro con le somme a disposizione nel bilancio comunale, senza utilizzare come è accaduto nel 2023, i proventi dell’imposta di soggiorno introdotta nel 2021, o senza mettere le mani in tasca ai cittadini e alle cittadine sarde per ottenere i 250.000 euro richiesti alla Regione Sardegna per il Capodanno 2024, soprattutto, in un periodo di grandi difficoltà economiche come quello che stiamo vivendo fra guerre in corso e post periodo pandemico, con le attività dei commercianti messe in ginocchio dall’apertura in contemporanea dei tanti cantieri in città con cui sono costretti a convivere da mesi, stremati dai lavori e dagli affari drasticamente calati e ancora in attesa di sgravi fiscali – dice Marzia Cilloccu –. Un maxi-evento che si sarebbe potuto realizzare senza questi gravi ritardi organizzativi e con lo stesso budget contenuto degli anni precedenti all’insediamento a Palazzo Bacaredda del Sindaco Truzzu e della sua Giunta – sottolinea Marzia Cilloccu -. Con meno di 300.000 euro, la Giunta precedente ha accompagnato i festeggiamenti di fine anno del 2018 e 2019 con artisti di spicco come Malika Ayane e i Subsonica. A supporto degli eventi inoltre veniva organizzata per tempo una importante e ben strutturata campagna di comunicazione anche sulle principali testate nazionali. Due grandi concerti che hanno registrato una straordinaria affluenza di pubblico e ingaggiati, soprattutto, attraverso operatori e operatrici culturali sardi assegnatari di un bando pubblico dell’assessorato del Turismo.»
«I Comuni sardi che hanno già scelto da tempo gli artisti per il Capodanno 2024 e hanno riempito gli alberghi e B&B ringraziano, le strutture ricettive e gli esercenti di Cagliari un po’ meno», conclude Marzia Cilloccu.