Tra il 2015 e il 2020 il comune di Nuoro ha perso 2.308 abitanti, circa il 7% della sua popolazione. Un quadro impietoso quello che emerge dall’elaborazione dei dati Istat da parte dell’associazione Fare Comunità, sul quale si è soffermato il consigliere regionale del Partito democratico Roberto Deriu.
«Il crollo demografico a Nuoro è continuo ed inesorabile – spiega il consigliere regionale del Pd -. Dai dati Istat relativi al 31 dicembre 2020, risulta infatti una perdita netta di residenti pari a 402 cittadini e cittadine rispetto all’inizio dell’anno, ben 2308 negli ultimi cinque anni, un numero molto alto per un capoluogo di provincia. È evidente che Nuoro stia attraversando una crisi demografica profonda e strutturale, di questo passo la città rischia l’estinzione.»
«Quello dello spopolamento è un fenomeno strettamente collegato alla dispersione e all’abbandono scolastico – aggiunge Roberto Deriu -. In mancanza di percorsi di formazione e sbocchi professionali adeguati, i giovani scelgono consapevolmente di abbandonare il proprio territorio d’origine.»
Tra i dati drammatici va inserito quello del più alto numero di giovani, residenti nel Nuorese, che una volta raggiunto il diploma scelgono di frequentare il percorso accademico fuori dalla Sardegna.
«Se a questo uniamo l’altissimo tasso di neet (giovani nella fascia d’età 15-29 che non studiano né lavorano), capiamo come il contesto sociale del centro Sardegna e più in particolare di Nuoro sia caratterizzato da un’emergenza innanzitutto formativa, con ridotte possibilità di scelta e l’assoluta mancanza di una prospettiva futura per migliaia di giovani. Senza una vera strategia, Nuoro sarà costretta a vivere tutte le tragiche conseguenze e i costi sociali di un drastico e preoccupante ridimensionamento demografico, associato all’insostenibile invecchiamento della popolazione. Per impedire ciò – conclude Roberto Deriu – occorrono politiche tese al contrasto del fenomeno spopolamento, i cui effetti sono devastanti sia a livello economico che sociale, causando innumerevoli danni, protratti nel tempo, per la città, per il territorio e per l’intera regione.»