Secondo l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Città Metropolitana di Cagliari e della provincia del sud Sardegna la recente approvazione del Piano Casa da parte della Regione Sardegna impone, e con una certa urgenza da parte del comune di Cagliari, l’avvio dei lavori della Commissione per la Qualità Architettonica e per il Paesaggio istituita nel novembre del 2013 dall’allora Giunta Zedda, ma mai resa operativa. L’art. 17 della delibera recita “La Commissione per la Qualità Architettonica e per il Paesaggio, è l’organo consultivo del Comune al quale compete l’espressione di pareri, obbligatori e non vincolanti, in merito agli interventi rilevanti di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio, agli interventi di non lieve entità che interessano beni aventi pregio paesaggistico, naturalistico-ambientale o di interesse storico, architettonico e culturale, in merito ai piani urbanistici attuativi e ai piani di settore aventi incidenza sul territorio”.A novembre gli architetti avevano inviato una pec dal medesimo contenuto al sindaco Paolo Truzzu senza però aver mai avuto risposta.
L’Ordine allora, con una nota inviata in settimana, si appella al vicesindaco e assessore comunale alla Pianificazione Strategica e Sviluppo urbanistico Giorgio Angius.
«Il nuovo Piano Casa mette in campo importanti volumetrie e diventa dunque maggiormente pressante la necessità di avere massima attenzione alla progettazione per inserire nel tessuto urbano cagliaritano i nuovi interventi come reale opportunità di riqualificazione dell’edificato – spiega l’architetto Mario Cubeddu, referente dell’Ordine del capoluogo sardo -. Crediamo che dotarsi della Commissione qualità, secondo le indicazioni del vigente Regolamento edilizio, possa essere un’occasione di maturità politica, sociale e culturale. Una valida struttura di riferimento per migliorare il dialogo costruttivo tra professionisti e tecnici della Pubblica amministrazione».
«Appare quindi di fondamentale importanza supportare, oggi più di ieri, l’ufficio tecnico – aggiunge la presidente dell’Ordine Teresa De Montis -. In questo modo sarà possibile alleggerire il carico lavorativo, demandando decisioni difficili e complesse, come l’inserimento urbano e la valutazione compositiva dei nuovi interventi, a un pool di esperti specificatamente selezionati. Dialogo, collaborazione e competenza sono le carte su cui puntare per avere qualità e tempi certi, per favorire investimenti rigenerativi per il territorio e ottenere l’auspicata serenità lavorativa dei tecnici della pubblica amministrazione e dei liberi professionisti».