«La malafede del Governo è confermata dalle dichiarazioni che hanno accompagnato la decisione dell’impugnazione.»
È questo, in sintesi, il pensiero di Roberto Deriu e Salvatore Corrias, consiglieri regionali del Partito democratico, in merito alla scelta del Governo di impugnare il testo unico degli enti locali della Sardegna. Nel comunicato ufficiale, il Governo fa riferimento ad alcune disposizioni che «eccedono dalle competenze statutarie della Regione Sardegna, in violazione dell’articolo 43 dello Statuto speciale approvato con legge costituzionale». Una violazione che quindi riguarda esclusivamente la modalità con la quale vengono modificate le circoscrizioni provinciali.
«Il problema pertanto è solo nel referendum – spiegano Roberto Deriu e Salvatore Corrias -. E proprio sul referendum, abbiamo sollecitato noi per primi che ci fosse una regola, perché inizialmente non era prevista. Il PD ha spinto la prima commissione a fare una proposta di legge che prevedesse il rispetto dell’art. 43 dello Statuto. Poi, valutando le ragioni organizzative, si è optato per un compromesso, vale a dire l’adesione possibile al territorio di una Provincia da parte di un Comune, in mancanza di raccolta di firme in senso contrario, con il voto unanime del Consiglio comunale.»
Nessun intento, dunque, di non rispettare l’articolo 43. «Anzi, lo si è voluto attuare per la prima volta, garantendo il prima possibile la definizione dei confini delle Province – aggiungono Roberto Deriu e Salvatore Corrias -. È un paradosso che il Governo si accanisca su questo aspetto quando mai, nessun Governo si è pronunciato in tal senso dal 1949. Che si riconosca la vigenza dell’art. 43 dello Statuto speciale, a noi farebbe solo piacere. Però temiamo che il Governo non sia in buonafede nel contestare questo aspetto».
«Se il Governo ha impugnato la legge solo sotto il profilo dell’articolo 43, è facile tornare in aula e stabilire un meccanismo per indire il referendum in modo obbligatorio e vincolante, il Consiglio regionale rimedierebbe in un giorno – precisano i consiglieri del Partito democratico -. Ma se invece dovessimo prendere atto che le critiche del Governo sono su altri aspetti, allora sarebbe il segnale inequivocabile di pretestuosità, perché non c’è alcun argomento costituzionale che riguarda gli aspetti dei quali hanno parlato le cosiddette indiscrezioni di palazzo Chigi».
Una posizione ribadita dai due consiglieri del Partito democratico: «Visto che ci chiedono di rispettare lo Statuto, ci auguriamo che il Governo abbia intenzione di rispettarlo, perché è vincolante anche esso. Se si chiede l’attuazione integrale dell’articolo 43, cosa un po’ insolita perché non si è mai fatta, significa che lo Stato si fa garante di tutte le leggi della Repubblica, comprese quelle che garantiscono alla Sardegna la sua autonomia speciale. Il che sarebbe per tutti noi molto positivo».