«Il ritorno alle 8 Asl avrà – come già ebbe la creazione di ATS – una bassissima incidenza sulle aspettative dei cittadini sardi in materia di salute pubblica. Anche questa riforma confonde aspetti meramente organizzativi (e di potere) con le questioni che riguardano la capacità di dare risposte adeguate ai cittadini.»
A dirlo è stato il sindaco di Bortigiadas, Emiliano Deiana, che ha voluto esprimere il suo pensiero sulla riforma sanitaria approvata dal Consiglio regionale.
«Il solo “smontaggio” del bilancio di Ats in “otto” bilanci delle ASL richiederà – aggiunge Emiliano Deiana – anni di “armonizzazione contabile” sottraendo forze ed energie alla risoluzione dei nodi strategici: assunzioni mirate di personale, distribuzione oculata sul territorio, rafforzamento dei presidi periferici.»
«Si continua – conclude Emiliano Deiana – a non affrontare il nodo dell’organizzazione della medicina del territorio, si continua a puntare su una visione ospedalocentrica della salute, si evita di andare ad incidere su sprechi e inefficienze. Infine manca, vista la proposta dell’attuale maggioranza di “territorializzare” i centri decisionali, un potere reale ed effettivo delle Conferenze Socio-sanitarie e dei sindaci così come avviene in altri sistemi sanitari regionali. Si territorializzano le strutture amministrative. Si mantiene “a Cagliari” il centro decisionale in una palese contraddizione fra forma e sostanza.»
A dirlo è stato il sindaco di Bortigiadas, Emiliano Deiana, che ha voluto esprimere il suo pensiero sulla riforma sanitaria approvata dal Consiglio regionale.
«Il solo “smontaggio” del bilancio di Ats in “otto” bilanci delle ASL richiederà – aggiunge Emiliano Deiana – anni di “armonizzazione contabile” sottraendo forze ed energie alla risoluzione dei nodi strategici: assunzioni mirate di personale, distribuzione oculata sul territorio, rafforzamento dei presidi periferici.»
«Si continua – conclude Emiliano Deiana – a non affrontare il nodo dell’organizzazione della medicina del territorio, si continua a puntare su una visione ospedalocentrica della salute, si evita di andare ad incidere su sprechi e inefficienze. Infine manca, vista la proposta dell’attuale maggioranza di “territorializzare” i centri decisionali, un potere reale ed effettivo delle Conferenze Socio-sanitarie e dei sindaci così come avviene in altri sistemi sanitari regionali. Si territorializzano le strutture amministrative. Si mantiene “a Cagliari” il centro decisionale in una palese contraddizione fra forma e sostanza.»
Antonio Caria