Se la depressione è da asociali, la tristezza è fuori moda, e i pessimisti cosmici portano sfiga, cosa resta da fare a chi una mattina si ritrova trasformato in un morto vivente incapace di mettere il naso fuori di casa? Se lo domanda il protagonista di “Esercizi di resurrezione”, graffiante e ironico spettacolo teatrale di e con Lorenzo Guerrieri in arrivo nel weekend allo Spazio Bunker di via Porcellana 17/A per la rassegna dedicata ai linguaggi del contemporaneo Teatri in via di estinzione (sabato alle 21 e domenica alle 19.00, posti limitati, consigliata la prenotazione: spaziobunker@gmail.com).
Vincitore nel 2023 di Inventaria, uno dei più importanti festival italiani di teatro off, “Esercizi di resurrezione” prende avvio una mattina, quando il protagonista Lorenzo si ritrova… completamente putrefatto! E non per modo di dire, ma in tutta la sconcertante concretezza di un corpo totalmente ossificato, ridotto a uno scheletro. Nella sua vita di trentenne la cui plasticità neuronale è ormai andata scemando, niente è andato come avrebbe dovuto. Sarà che vive una vita emotiva di precariato e una vita lavorativa di dipendenza affettiva, saranno l’ansia, lo stress, la sua scarsa capacità auto-imprenditoriale. Fatto sta che, svegliatosi una mattina nella stralunata condizione di morto vivente, si ritrova a marcire tra le mura della propria camera, incontrando tramite internet un mondo esterno delirante e subendo le angherie dei propri surreali demonietti interiori.
In un mondo che si vuole altamente performante, in cui la depressione è una colpa individuale e la tristezza un peccato mortale da punire con la scomunica sociale, Lorenzo si ritrova privo di risorse interiori in grado di aiutarlo perché anche il suo inconscio è ormai diventato una caotica piattaforma streaming di mostri e apparizioni infernali che lo invitano alla positività, al sorriso, all’ottimismo incondizionato e ad una solitaria auto-realizzazione, eliminando sul nascere dubbi, pensieri tragici o dolore. Impossibile trovare lo spazio, dentro o fuori di sé, per un po’ di sana disperazione. I pessimisti cosmici portano sfiga. La soluzione alla depressione è il fare, ma possibile che non c’è soluzione al fare?