Dalla grande mobilitazione di Coldiretti a Parma arriva un messaggio chiaro e determinato all’Unione europea anche da Coldiretti Sardegna: è tempo di guardare con più attenzione al mondo agricolo che rispetta l’ambiente e che produce il cibo. La manifestazione a cui ha partecipato anche una folta delegazione dalla Sardegna, non è stata solo una battaglia contro i cibi creati in laboratorio o ultra-processati ma un’ulteriore occasione per chiedere un’Europa più vicina alle imprese agricole, capace di sostenere il settore con scelte concrete e non con inutili lungaggini e freni burocratici.
Anche la Sardegna, insieme al resto d’Italia, ha fatto sentire la propria voce chiedendo un’Europa che sia ancora più vicina alle aziende agricole e ai cittadini. «Non è questa l’Europa che vogliamo, non è l’Europa che abbiamo conosciuto fino a oggi. Noi vogliamo un’Unione che rispetti le imprese agricole, che abbia lo stesso spirito con cui è nata: un’Europa che sia vicina ai suoi cittadini e alle sue imprese, soprattutto a quelle agricole, che forniscono il cibo a tutti», ha sottolineato Coldiretti Sardegna.
La mobilitazione ha visto un vero e proprio appello per un cambio di passo sulle politiche agricole europee, oggi sempre più soffocate da una burocrazia pesante e inefficace. «Chiediamo un impegno concreto nel rispetto del cibo prodotto dagli agricoltori europei, che è sicuro, controllato e garantito. E per difendere le nostre imprese da regole ambientali troppo stringenti che, così come sono strutturate, rischiano di mettere in ginocchio il settore e portare alla chiusura di tante aziende», ha ribadito Coldiretti Sardegna.
Uno dei temi più sentiti dagli agricoltori e allevatori è quello degli ecoschemi della PAC, che così come sono non piacciono agli agricoltori perché non funzionano come dovrebbero e non rispondono alle vere esigenze dei comparti del mondo agropastorale. «Molte delle regole attuali penalizzano i nostri settori produttivi. Serve un’Europa che ascolti chi lavora nei campi e nelle stalle, che semplifichi, che riduca la burocrazia e che valorizzi chi produce cibo di qualità», ha sottolineato l’organizzazione.
Oggi più che mai, l’appello che arriva dalla Sardegna e dal resto d’Italia è un ritorno alle origini dell’Unione europea, a un’unità che metta davvero al centro gli agricoltori, affinché possano continuare a essere protagonisti del territorio e del futuro del settore agroalimentare.



