Il comune di San Vero Milis organizza, dal 7 al 9 aprile 2022, in collaborazione con il curatore dell’evento Sislej Xhafa, noto artista di fama internazionale, “Cosa Non Fare – la febbre dell’arte”, un happening utopico in un mondo distopico e dispotico.
Si tratta di un evento insolito, un «laboratorio di discussione che ha fatto voto di verità», come sostiene il sindaco Luigi Tedeschi, «che può diventare un volano straordinario di crescita sostenibile del territorio partendo dall’arte contemporanea, che per sua natura è non oggettiva e quindi democratica».
Durante la tre giorni, personalità di caratura internazionale, architetti, artisti, curatori ed esperti d’arte e cultura si confronteranno liberamente, apertamente, in un dialogo col pubblico. È sintomatico che tutti partecipino gratuitamente e che siano disposti a venire a San Vero Milis mettendo a disposizione le proprie conoscenze e il loro pregresso esperienziale per immaginare una “vision” della San Vero Milis del domani.
La scelta di tre luoghi insoliti, una stalla di mucche chianine, la peschiera di Is Benas e l’antico cimitero urbano, è di per sé rappresentativa di un unconventional event, di un modo nuovo di progettare lo sviluppo del territorio che la giovane Giunta comunale di San Vero Milis sostiene con forza.
«Le nuove generazioni hanno bisogno di questi nuovi stimoli, fuori contesto, e noi cercheremo di darglieli attraverso questo percorso, reinventando il loro tempo», scrive il curatore Sislej Xhafa. Il suo intento è «… di creare una piattaforma per il loro futuro, per i giovani che vorranno reinventarsi, in senso contrario rispetto alla nostalgia, attraverso questa grazia innata nel territorio, che tanto è vera quanto indesiderata, perché impone di metterti in discussione costringendoti a ripensare te stesso senza poterti esimere dal farlo».
Tre sono i temi in discussione:
• Indesiderata grazia
• Quando il deserto diventa centro
• Creatività nella resistenza quotidiana
«I contributi di ciascun relatore – conclude il sindaco – pur afferendo al macrotema proposto dal curatore, sono liberi. Essi lasciano spazio all’istinto e all’intuito umano, affinché l’esperienza di tutti i partecipanti diventi prioritaria, senza direzione e senza idee preconfezionate. Saranno legati all’arte, alla natura, all’architettura, alla resistenza, all’ambiente, alla creatività in tutti i campi, alla vita prima, durante e dopo l’impatto sociale del Covid, alla guerra e alla pace.»