Protagonista assoluto è il corpo, e la sua pelle. La pelle come vestito primario dell’uomo sul quale tutto si prova, si sperimenta, si sedimenta e deposita. Dentro e fuor di metafora. Si chiama “Without Color”, il laboratorio curato da Francesca La Cava, e la sua restituzione è prevista a Selargius, spazio Torretta Teatro Comunale Si ‘e Boi di Selargius venerdì 30 luglio, alle ore 18.30. La restituzione del laboratorio fa parte del progetto Danza e inclusione sociale. Un viaggio nell’universalità dell’essere umano, nei tratti comuni che li caratterizzano, nell’importanza del confronto per la crescita globale del mondo. Da qui nasce l’idea di unire diversi corpi, danzatori professionisti e non, diverse vite, per fare in modo che le singole esperienze diventino “virali”. L’evento è gratuito con capienza limitata e posti assegnati.
Il progetto. Danza e inclusione sociale è un progetto, triennale, promosso dal Comune di Selargius assessorato Cultura e Spettacolo, con il sostegno della Fondazione di Sardegna, della RAS, Ce.D.A.C. Sardegna, ASMED Balletto di Sardegna, Maya Inc. Soc. Coop. e in collaborazione con e-Motion Gruppo Phoenix, e organizzato con l’ausilio dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, prevede un calendario di laboratori e appuntamenti che si concluderanno a fine dicembre. Dopo il MaDIS, Master in Danza e Inclusione Sociale, ora nell’anno 2021 si prosegue con la terza annualità del progetto, con la “danza per la comunità”: un programma di attività di residenza e di messa in scena con danzatori professionisti e non, con la partecipazione della popolazione e di fasce socialmente deboli.
Gigi Concu, sindaco di Selargius. «Siamo pronti a intraprendere l’ultima tappa di un cammino iniziato tre anni fa, che ha visto il nostro territorio protagonista di un progetto capace di fare delle diversità un valore aggiunto, attraverso l’arte e in particolare la danza, rendendole strumenti fondamentali per guardare oltre. Oltre cioè i limiti creati dalla società, ancora troppo spesso incapace di includere i soggetti deboli, dando loro il meritato e dovuto ruolo di attori attivi all’interno delle comunità. Un obiettivo che, come dimostrato dai vari enti e dalle associazioni con le quali abbiamo lavorato fino a oggi, si può perseguire con determinazione e che non può prescindere dalla formazione di personale qualificato capace di trasformare il limite in potenzialità-»
Graziano Milia, presidente dell’associazione Enti locali per lo Spettacolo. «Come presidente dell’Associazione sono orgoglioso di aver partecipato alla realizzazione di un progetto che ha non solo finalità artistiche e culturali, ma che ha un importante risvolto sociale per l’intera comunità, ma soprattutto per il territorio. Il mio auspicio è che sempre più Comuni diano vita a queste iniziative.»