Sa Vida, su Martiriu, et cruda morte
De sos tres gloriosos advocados,
Qui triumphant como in sa celeste corte,
Pro su qui inogue istetint tormentados
Si mi dat logu su Pianeta, et Sorte,
Qui sos ispirtos m’istent sussegados,
Promitto in rima octava de contare
De Gavinu, de Brothu, et Januare.
È l’imput del poema logudorese, titolato “Sa vida, su martiriu et sa morte dessos gloriosos martires Gavinu, Brothu et Januariu”, in ottava rima e composto da oltre duemila versi, che l’ntellettuale e religioso sassarese Gerolamo Araolla pubblicò a Cagliari nel 1582, attingendo al componimento scritto precedentemente da Antonio Cano. Araolla architetta un ricco ed ampio “adattamento” del materiale leggendario e popolare sulla vita dei martiri turritani ed il poema ebbe ampia diffusione attraverso il clero dei villaggi, che lo divulgò come sussidio pastorale.
Le scarse notizie biografiche pervenute su Araolla, compensate però da una ricca ed interessante produzione poetica, ci dicono della sua appartenenza ad una illustre famiglia, di studi in lettere, filosofia e laurea in diritto all’Università di Pisa o, secondo il dizionario biografico Treccani, a Bologna. Successiva alla laurea la decisione di prendere i voti religiosi, divenendo canonico del Capitolo di Bosa intorno al 1569. Autore colto, coltivò il trilinguismo (limba sarda, italiano e spagnolo) che a quei tempi caratterizzava la Sardegna.
Il poemetto agiografico, trasmesso in edizione a stampa, è conservato nella sezione sarda della Biblioteca dell’Università di Cagliari. Il prof. Nicola Tanda considerava Sa vida… la più antica opera letteraria in limba e aderente «ad una realtà letteraria autosufficiente».
I santi cristiani Gavino, Proto e Gianuario furono martirizzati a Porto Torres nel IV secolo e sono i protomartiri dell’Arcidiocesi Turritana. Il culto di Gavino martire, oltre che in Sardegna, è diffuso in Corsica, in Toscana e in Campania. San Gavino è solennemente onorato e particolarmente festeggiato nei centri sardi di Aidomaggiore, Bancali (Sassari), Elini, Esporlatu, Gavoi, Illorai, Monti, Muros, Oniferi, Porto Torres e San Gavino Monreale. Il profondo culto dei sardi per Gavino ha portato ad identificare l’intero mese di Ottobre, riconosciuto mese del martirio del santo, come Santu Aini.
E proprio per i giorni 24 e 25 ottobre, il centro goceanino di Illorai si caratterizza per i solenni festeggiamenti in onore di San Gavino martire, patrono e amparadore, venerato tradizionalmente e con immensa fede dalla locale comunità.
Il programma, articolato tra culto e festeggiamenti civili, è stato definito da un comitato ampiamente composto di giovani, presieduto da Angelo Sanna, e patrocinato dal comune di Illorai e da numerose attività produttive locali e del territorio.
Festeggiamenti religiosi: giovedì 24, ore 17.00, solennità dei Primi Vespri e Santa Messa; venerdì 25, ore 17.00, celebrazione Santa Messa con l’esecuzione dei canti da parte del coro maschile “Santu Juanne” diretto da Federico Di Chiara. A seguire la processione itinerante per le vie del paese, accompagnata dai fedeli, da cavalieri locali ed i gruppi in costume tradizionale di Illorai, Alà dei Sardi e Berchiddeddu.
Festeggiamenti civili (Piazza IV Novembre): giovedì 24, ore 21.30, gara a chiterra con i cantadores Marco Manca di Usini, Franco Figos di Giave, Pino Masala di Sassari, accompagnati dalla chitarra di Bruno Maludrottu di Olbia (nel doppio ruolo di presentatore della serata) e dal fisarmonicista Gianuario Sanna di Olmedo. Tonino Pira di Nuoro allieterà la serata con i balli sardi cantati. Venerdì 25, ore 10.00-13.00, giochi e gare sportive per i bambini, mentre alle ore 21.30 inizierà la serata, con il fisarmonicista locale Giuseppe Mulas, e le esibizioni dei gruppi “Dilliriana”, del “Santu Franciscu” di Alà dei Sardi e “Valle di Oleva” di Berchiddeddu.
Cristoforo Puddu