Si chiama “Mesania” il documentario che ripercorre le tappe dell’edizione 2022 del festival Pedras et Sonus, manifestazione itinerante che da cinque anni fonde musica e artigianato nell’oristanese con il sostegno del Ministero dei Beni e Attività Culturali, Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione di Sardegna e Corsica e Sardinia Ferries.
Il lavoro, disponibile su profili e pagine ufficiali Youtube, Facebook ed Instagram del festival, è ideato dalla musicista mogorese e direttrice artistica Zoe Pia, e racconta quanto accaduto la scorsa estate e lo scorso autunno tra Mogoro, Curcuris e Pau con artisti del calibro di Elio Martusciello, Naomi Berrill, Iarin Munari, Daniel D’Imperio, il progetto Jazz Travellers, e poi Tenore di Neoneli, Tenore di Orosei Antoni Milia, Tenore di Scano di Montiferro, Tenore Murales di Orgosolo, Joy Garrison, Dan Kinzelman e la batterista Francesca Remigi, tra gli altri.
Marchio di fabbrica del festival Pedras et Sonus è la formula in cui musica ed eccellenze dell’arte e artigianato locale dialogano alla ricerca di paesaggi sonori e originali, e commistioni artistiche tra poli museali, chiese, centri storici, e suggestivi scorci naturalistici. E proprio da Zoe Pia nasce l’esigenza di raccontare il festival attraverso un documentario annuale, per tramandarne l’essenza attraverso la propria voce e quella di artisti del calibro, tra gli altri, di Paolo Angeli e Paolo Fresu.
che nelle scorse edizioni hanno fornito il proprio contributo a testimonianza del forte legame che unisce il festival da lei organizzato con importanti realtà internazionali come il festival Time in Jazz e Isole che parlano
“Mesania” ritrae i protagonisti della passata edizione, sottolineando l’importante legame tra musica e tradizione, elemento peculiare di tutta la manifestazione. Nelle immagini del regista Alberto Gambato (con i sottotitoli in inglese di Eleonora Pilloni) viene posto l’accento su due importanti novità che hanno caratterizzato la passata edizione del festival: è nato il nuovo format denominato Jatzilleri che ha visto sei locali di Mogoro tramutarsi per una sera in Jazz Club, accogliendo artisti sardi attivi in ambito internazionale, alcuni dei cosiddetti “cervelli in fuga” che hanno trovato poco spazio nella terra natale. È poi stato attivato il ramo dedicato al focus del patrimonio identitario sul canto a Tenore all’insegna della sostenibilità ambientale, nel mese di ottobre per rafforzare allo stesso tempo lo sviluppo turistico del territorio, destagionalizzandolo.
Antonio Caria